Arriva il ‘Cura Italia’ ma forse è soltanto un ‘cerotto’. Ad aprile previsto nuovo decreto

di Dario Caselli

Utilizzati tutti i 25 miliardi per un flusso di denaro di 350 miliardi

Il tanto atteso decreto, quello che il premier Conte con una certa enfasi ha titolato ‘Cura Italia‘ ma che Giorgia Meloni ha preferito chiamarlo ‘Cerotto Italia’, è stato varato dal Consiglio dei ministri. Ci sono voluti due giorni, un preconsiglio dei ministri durato un intero pomeriggio e perfino una riunione di maggioranza poco prima del CdM per dare il via libera. Non il decreto da 12/15 miliardi ma quasi una manovra finanziaria vista la mole degli interventi e soprattutto delle risorse stanziate, 25 miliardi, che attiveranno flussi di denaro per 350 miliardi.

Il governo quindi alla fine ha deciso, con il ‘Cura Italia’, di utilizzare tutti i 25 miliardi garantiti dal Parlamento con il suo voto di mercoledì scorso, segno che non si poteva attendere e che la situazione del Paese è talmente difficile che bisognava puntare tutto adesso. Anche perché, probabilmente, ad aprile dovrebbero arrivare le risorse stanziate dall’Unione europea e quindi l’impegno di risorse propriamente nazionali potrebbe essere molto più ridotto.

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Ad aprile prossimo decreto, ma si spera nei fondi Ue

L’impressione che se ne ricava da questo primo provvedimento, però, è che non basterà e che bisognerà intervenire nuovamente. Ne è sembrato cosciente anche il presidente Conte che si sia trattato soltanto di un primo passo, tanto che nella conferenza stampa ha detto: «Con questo decreto noi non esauriamo il nostro compito in economia, siamo consapevoli che non basterà, ma voglio dire a lavoratori, imprese e famiglie che oggi il governo risponde presente e lo farà anche domani». Ad aprile, quindi, arriverà un altro decreto con al centro un piano di ingenti investimenti, semplificazione, riduzione delle tasse per rilanciare il Paese e chissà che per allora si potrà contare sulle risorse stanziate dall’Unione europea.

Cura Italia, 10 miliardi per l’occupazione e 3 miliardi per la sanità

Nel merito del ‘Cura Italia’, tenendo conto che una versione ufficiale del decreto ancora non esiste e quindi ci si affida alle bozze, questo si divide in sostegno al reddito, sostegno alla liquidità, spostamento dei termini tributari, sostegno agli investimenti e finanziamenti aggiuntivi per i servizi pubblici impegnati in prima linea nel contrasto al coronavirus (sistema sanitario e Protezione civile). A questi, appunto, va un finanziamento molto significativo che vale circa 3 miliardi. Molto corposo, come ha spiegato, il ministro dell’Economia Gualtieri è il capitolo «che vale più di 10 miliardi, per il sostegno all’occupazione e ai lavoratori, per la difesa del lavoro e del reddito, affinché nessuno perda il posto di lavoro a causa del coronavirus».

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Arrivano i voucher baby sitter e congedo parentale ma ai professionisti soltanto una tantum da 600 euro

Su questo il ministro del Lavoro Catalfo ha chiarito che nel ‘Cura Italia’ «c’è una misura importante per le famiglie, il congedo parentale, che sarà un congedo speciale, di cui le famiglie potranno usufruire per 15 giorni che potrà prevedere, in alternativa, la possibilità di utilizzare un bonus baby sitter di 600 euro». Sul fronte dei lavoratori autonomi stanziati circa 3 miliardi a tutela del periodo di inattività che dovranno affrontare con una ‘una tantum’ di 600 per il mese di marzo.

Sul fronte della legge 104 sono previste «forme di congedo speciale per chi è malato oncologico o immunodepresso o malattie particolari. C’è la possibilità di usufruire del permesso 104 allargato da 3 a 12 giorni al mese ed esteso anche ai familiari». I licenziamenti, poi, saranno congelati con riferimento alle procedure previste dal 23 febbraio in avanti. Arriva anche l’attesa sospensione delle rate di mutui e dei prestiti, con garanzie pubbliche. In campo fiscale, si conferma, infine, la sospensione degli obblighi di versamento di tributi e contributi.

La newco per Alitalia e 600 milioni per trasporto aereo

Rientrano anche misure non economiche come quelle sul rinvio delle udienze civili, penali ed amministrative fino al 15 aprile, o l’autorizzazione alla costituzione di una newco controllata dal Mef per Alitalia stanziando, inoltre, 600 milioni per il settore del trasporto aereo, fatalmente colpito dalla pandemia.

Meloni: ai professionisti meno del reddito di cittadinanza. Salvini: Saremo collaborativi ma bisogna fare di più

Sul fronte dei commenti politici come detto Giorgia Meloni parla di ‘cerotto Italia’, evidenziando come «il decreto è insufficiente e bisognerà migliorarlo in Aula». Sotto accusa per la leader di FdI la cassa integrazione che «non è per tutti ma per chi arriva primo» e le misure per gli autonomi: «E’ ridicolo, 500 euro al mese è meno di quanto si percepisce col reddito di cittadinanza che viene confermato senza vincoli, lì sono 780 euro e non devi andare a lavorare».

Da Forza Italia è Silvio Berlusconi a commentare, spiegando di «apprezzare gli sforzi del governo», anche se non manca di sottolineare che alcune misure del ‘Cura Italia’ sono insufficienti: «Prendiamo atto della volontà del governo di voler preparare un nuovo decreto per sostenere i lavoratori e ci impegniamo sin da ora a migliorare in Parlamento l’attuale decreto con la serietà e la determinazione che sono la cifra distintiva del nostro lavoro parlamentare».

Infine Matteo Salvini, leader della Lega e del centrodestra si mantiene cauto anticipando di «non aver visto il testo ma da una prima lettura del ‘Cura Italia’ è chiaro che bisogna fare di più e andare più lunghi. Siamo ottimisti ma è chiaro che l’economia non tornerà normale a giugno. Non pretendiamo miracoli, siamo collaborativi, ma non ci si venga a dire che con 600 euro una tantum si risolve tutto».

Quindi se ne riparla in Parlamento, ma chissà quando visto che Camera e Senato sono in modalità anti-contagio, e la prossima convocazione è per il 25 marzo per le comunicazioni del premier Conte in vista del Consiglio europeo. E francamente è difficile immaginare un pieno ritorno alla normalità a breve.

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