Napoli, “deserto” un altro concorso per pronto soccorso

Una sola domanda per il San Giovanni Bosco

Ancora un concorso andato deserto (o quasi), a Napoli, per medico di pronto soccorso. Dopo quello per il Cardarelli, anche quello il pronto soccorso del San Giovanni Bosco è stato un flop. Alla scadenza di oggi, infatti, l’ultimo bando dell’Asl Napoli 1 per reclutare medici da destinare al settore dell’emergenza-urgenza (un incarico semestrale, eventualmente rinnovabile) ha visto una sola domanda, i cui requisiti sono ora al vaglio. Una situazione che ha suscitato la reazione del Dg dell’Asl, Ciro Verdoliva: “Sarebbe un errore grave non riconoscere la mancanza di disponibilità  di alcune professionalità , in particolare quelle relative all’area dell’emergenza-urgenza, che per questa ragione sono in grande affanno”.

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I professionisti da reclutare dovevano essere impiegati al pronto soccorso dell’ospedale San Giovanni Bosco, un presidio che serve gran parte dell’area nord, e che indubbiamente avrebbe alleggerito il peso delle presenze al pronto soccorso del “Cardarelli”, uno dei presidi più grandi di Italia per il numero di posti letto.

“Allo stato delle cose – aggiunge sempre Verdoliva – nonostante gli sforzi messi in campo, non solo negli ultimi mesi, è impossibile aprire il pronto soccorso del presidio ospedaliero San Giovanni Bosco, ma continueremo a garantire i posti letto dell’area di emergenza-urgenza degli ospedali della città  di Napoli con particolare attenzione al Cardarelli”.

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Ed anche in quest’ultimo ospedale, balzato agli onori delle cronache per il suo sovraffollamento, appena l’altro ieri per sei posti di dirigente medico di medicina d’urgenza è stata presentata una sola domanda, tra l’altro non ammissibile.

Perché i medici non sono attratti dall’attività  in pronto soccorso? E’ un’attività , si sottolinea negli ambienti ospedalieri, che comporta altissimo stress, dove si sa quando si inizia il turno di lavoro e non di rado non si sa quando si termina. Sono diversi medici che dalla “urgenza” pubblica sono passati al privato, oppure hanno cambiato la specializzazione, o hanno optato per la carriera di medici di famiglia. Un settore, quest’ultimo, dove però la situazione non è migliore.

“Altro che pronto soccorso, negli studi dei medici di famiglia 200 richieste di assistenza al giorno sono la normalità . Ormai da più di 2 anni viviamo il nostro Cardarelli quotidiano, ma senza fondi e in assoluta solitudine”, è  l’allarme lanciato da Luigi Sparano e Corrado Calamaro (medici di famiglia della Fimmg) che parlano di un settore ormai strangolato da tagli e carenze.

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