Torre Annunziata, Diana lascia. Il Pd Napoli chiede le dimissioni di Ascione. Ruotolo: «Questione morale»

Il primo cittadino oppone un’eroica resistenza: «Vado avanti»

Sta franando il terreno sotto i piedi del primo cittadino di Torre Annunziata Vincenzo Ascione dopo l’arresto dell’ex vicesindaco Luigi Ammendola e dell’ex capo dell’Ufficio Tecnico Nunzio Ariano. Sta franando nonostante un’eroica resistenza che ha spinto ieri il sindaco a dichiarare la sua volontà di non rimettere il mandato. Ma da Napoli il Partito Democratico continua a chiederne lo ‘scalpo’.

Per ora però come un macigno sono arrivate nelle mani di Ascione le dimissioni del vicesindaco Lorenzo Diana, voluto come numero 2 oplontino proprio dai vertici napoletani dei Democratici che hanno ‘consigliato’ al sindaco di seguirne l’esempio.

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Una lettera amara quella di Diana in cui sottolinea che «nonostante l’impegno profuso in questi mesi per produrre nuove regole, nel segno di una svolta profonda nel modo di operare dell’amministrazione, sono costretto a rilevare che pezzi di apparato burocratico oppongono un ‘effetto di resistenza’ all’azione di necessario cambiamento, richiesto dalle condizioni della città e che erano alla base del mio impegno all’atto in cui accettai la nomina di assessore di Torre Annunziata. Pertanto non essendovi le condizioni per proseguire il mio impegno, rassegno le dimissioni dalla Giunta Comunale».

Di «questione morale» parla anche il senatore Sandro Ruotolo, che chiede le immediate dimissioni. «Quando la politica abdica alla sua funzione – afferma il senatore del gruppo misto – si apre una questione di emergenza democratica. Anche Torre Annunziata, la città che nel 2019 aveva fatto pace con Giancarlo Siani, il giornalista del Mattino ucciso dalla camorra, concedendogli la cittadinanza onoraria alla memoria, deve capitolare al malaffare».

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«Dopo gli arresti del dirigente tecnico del Comune sei mesi fa e dell’ex vicesindaco ieri per tangenti non restano che le dimissioni – afferma -. Si è già dimesso Lorenzo Diana, garante della legalità, dichiarando che ‘c’è resistenza al cambiamento’, e la stessa strada dovrà percorrere, a questo punto, il sindaco del Pd, Enzo Ascione. Si, è un’emergenza democratica perché a migliaia di cittadini è impedito di essere correttamente governati».

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