Piantedosi: «Una ferita collettiva che ci spinge a riflettere»
«Sono orgogliosa di essere la moglie di un poliziotto. Mio marito è nato ed è morto con la divisa. Sarà sempre nei nostri cuori, lo amerò per sempre. Chi lo ha ucciso, pagherà». Sono le parole di Eliana, la moglie di Aniello Scarpati, il poliziotto morto in servizio a Torre Del Greco, la notte tra sabato e domenica. In lacrime, al termine delle esequie, a chi gli ha chiesto cosa farà se il figlio Daniel decidesse di seguire le orme del padre ed entrare in polizia, ha detto: «Sarò orgogliosa e lo sarà anche suo padre e sono sicura che sarà alla sua altezza»
«Ogni volta che una vita si spegne mentre si serve lo Stato è una ferita collettiva che ci spinge a riflettere. La morte di un poliziotto in servizio ci dice che legalità ha un costo, che non si difende da sola, Lo Stato ha il dovere di sostenere chi, come Aniello Scarpati ha servito lo Stato», ha affermato il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, nel prendere la parola al termine della cerimonia.
Il titolare del Viminale ha poi sottolineato che «il silenzio che accompagna questa cerimonia è il segno di riconoscenza fino all’estremo sacrificio ed è il modo di dire che ogni sacrificio per lo Stato non viene dimenticato dalla comunità». Le parole, ha concluso, «possono poco di fronte a questo dolore familiare, ma la presenza dello Stato sarà costante e concreta».



