I 3 calciatori più forti della storia moderna dell’SSC Napoli

Oltre il rettangolo di gioco: hanno incarnato sogni, paure e vittorie

Parlare dei migliori calciatori Napoli significa immergersi nella ricca e passionale storia SSC Napoli, una storia fatta di sogni, riscatto sociale e glorie sportive. Per la città di Napoli, il calcio non è solo uno sport: è parte dell’identità culturale, un simbolo di orgoglio per un popolo che in passato si è sentito spesso messo da parte. In questo contesto, i campioni che hanno indossato la maglia azzurra hanno avuto un ruolo che va ben oltre il rettangolo di gioco: hanno incarnato speranze, paure, vittorie e vittime.

In questo articolo scegliamo tre calciatori che, ciascuno a suo modo, rappresentano tappe fondamentali della storia SSC Napoli: il mito globale, il leader moderno e il goleador contemporaneo. Per iniziare, il nome che più di ogni altro è entrato nell’immaginario di Napoli e dello sport: Diego Armando Maradona.

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Diego Armando Maradona

Il 5 luglio 1984 rappresenta una data spartiacque nella storia SSC Napoli: quel giorno Maradona venne presentato allo stadio (all’epoca “Stadio San Paolo”) di fronte a circa 80.000 tifosi, in un evento che trascendeva il semplice acquisto di un calciatore. L’accordo venne perfezionato con una cifra record per l’epoca, si parla di circa 13 miliardi di lire al FC Barcelona.

Maradona trovò a Napoli una città che si riconosceva in lui: un talento eccezionale ma anche vulnerabile, un campione dal destino travagliato, che rispecchiava in qualche modo le contraddizioni di Napoli stessa. Da quel momento iniziò una trasformazione: il Napoli non fu più solo una squadra del Sud, ma divenne una protagonista del calcio italiano e internazionale, grazie anche al suo numero 10.

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Successi e numeri

Durante il suo periodo al Napoli (1984-1991) Maradona contribuì in maniera determinante alle vittorie storiche del club.

  • Vinse lo Scudetto nella stagione 1986-87, la prima nella storia del club: un’impresa epocale per una squadra del Sud Italia.

  • Vinse un secondo Scudetto nel 1989-90.

  • Partecipò anche alla vittoria della Coppa UEFA (1988-89) portandola a Napoli come primo trofeo europeo significativo del club. Sul piano statistico: con il Napoli disputò 257 partite segnando 115 gol. Nella Serie A la sua miglior stagione in termini di gol fu la 1989-90 con 16 gol.

Eredità e mito

Maradona divenne qualcosa di più per Napoli: un simbolo identitario. La tifoseria lo adorava non solo per le giocate e i gol, ma perché aveva ridato dignità, orgoglio e visibilità a una città spesso marginalizzata nel panorama nazionale. Il binomio città-giocatore è rimasto nel tempo: Napoli oggi è costellata di murales, statue, riferimenti al “Pibe de Oro”. Inoltre, lo stadio fu ribattezzato “Stadio Diego Armando Maradona” in suo onore nel 2020.

Marek Hamšík

Marek Hamšík è arrivato al SSC Napoli il 28 giugno 2007, dal Brescia Calcio, per una cifra intorno ai 5,5 milioni di euro. Era solo un ventenne, ma già promettente: la tifoseria non lo accolse con grande entusiasmo all’inizio, visto che veniva da una squadra appena promossa.

Col tempo, Hamšík diventò non solo un titolare fisso, ma il capitano del club: a 22 anni e 229 giorni divenne il più giovane capitano nella storia del Napoli. Il suo legame con la città, con la maglia azzurra e con il club lo ha reso a buon diritto uno dei migliori calciatori Napoli di sempre.

Successi, numeri e ruolo nella storia SSC Napoli

Durante la sua permanenza al Napoli (2007-2019) Hamšík ha accumulato circa 520 presenze segnando 121 reti, tra tutte le competizioni. È record-presenze del club.
Contribuì in modo significativo ai successi del club: vinse due Coppe Italia (2011-12, 2013-14) e una Supercoppa Italiana (2014).

Nel contesto della storia SSC Napoli, Hamšík rappresenta la continuità dopo l’era del mito: fu il perno di una squadra che voleva affermarsi stabilmente in alto, rispettando la tradizione e costruendo una nuova identità.

Stile, impatto e memoria

Hamšík era un centrocampista con grande energia, visione e capacità di inserirsi in zona gol. Come sottolineato da fonti UEFA, Hamšík, che ha superato il record di gol di Maradona nel Napoli, ha trasformato il suo ruolo in una vera e propria icona.

Il soprannome “Marekiaro”, derivato da un gioco di parole tra il suo nome e il quartiere napoletano Marechiaro, indica quanto fosse diventato “uno di loro”, parte integrante della città

Dries Mertens

Dries Mertens arrivò al Napoli nel 2013, proveniente dal PSV Eindhoven, e inizialmente venne impiegato come esterno d’attacco. Col passare del tempo, grazie anche alle caratteristiche della squadra e al suo intuito, Mertens si trasformò in un falso nove, adattandosi con successo a nuovi ruoli e guadagnandosi uno spazio fondamentale nella narrazione dei migliori calciatori Napoli.

Record, numeri e posto nella “storia SSC Napoli”

Mertens è diventato il miglior marcatore della storia del club: ha superato il record precedente di Hamšík (121 gol) con il suo 122º gol il 13 giugno 2020 in semifinale di Coppa Italia contro il Inter. Alla fine ha messo insieme 148 gol in tutte le competizioni con il Napoli.

Questo primato lo inserisce come protagonista assoluto della storia SSC Napoli, non solo per i numeri ma per la capacità di farlo con costanza, in anni molto competitivi, e senza per forza essere un attaccante “numero 9” puro all’avvio.

Mertens ha saputo creare un legame affettivo con la città e i tifosi: la sua professionalità, l’attaccamento alla maglia e il sorriso in campo lo hanno reso un beniamino. In un’intervista per la UEFA dichiarò soddisfazione per aver “superato Maradona e Hamšík” nei numeri con quella maglia che tanto ama.

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