La finta tregua è durata solo 3 giorni
Dopo appena tre giorni di pace apparente, la tregua armata tra Vincenzo De Luca e Roberto Fico sembra già naufragata. Il governatore della Campania è tornato a far sentire la propria voce, riportando la tensione ai livelli consueti. Durante un intervento pubblico all’ex base Nato di Bagnoli, De Luca ha ribadito con forza chi comanda davvero in Regione, mandando un messaggio chiaro al suo schieramento e all’intero «campo largo».
«Il capotavola sono io»: De Luca marca il territorio
Non le ha mandate a dire. Davanti a un pubblico attento, De Luca ha voluto ricordare che, almeno per ora, la guida politica e amministrativa della Campania resta nelle sue mani. «Voglio tranquillizzarvi, perché siamo in una fase politica complicata e triste, ma occhio, io controllo. Il capotavola non è alla testa del tavolo ma dove sto seduto io» ha dichiarato il presidente.
Con il tono che lo contraddistingue, ha poi aggiunto: «Scherziamo un po’, ma questo di Bagnoli è uno degli investimenti che deve andare avanti». Il governatore ha quindi lanciato un messaggio diretto a chi, nel centrosinistra, pensa di potersi allontanare dalle sue linee: «Noi non ce ne andiamo alle Seychelles, restiamo qui a pensare a grandi opere per Napoli, dal Faro alla nuova rete degli ospedali. Sono interventi che portano lavoro, tensione, sono scelte politiche che poi creano nuove identità. Questo lavoro deve andare avanti. Le nostre strutture regionali si impegnino per l’eternità. O camminate e andate avanti, altrimenti ci rivediamo a breve, si rischia che se non c’è uno con la frusta ognuno non cammina più. In altre regioni le cose camminano anche da sole, qui senza frusta si fermano».
Nel suo discorso, De Luca ha rivendicato anche i risultati ottenuti negli ultimi anni: «Ho incontrato in questi giorni dei campani che vivono a Torino a Firenze, che mi hanno confermato che abbiamo dato identità e orgoglio a questa Regione che veniva considerata solo per rifiuti e camorra. Oggi guardano noi come rigore amministrativo e correttezza per la rivoluzione democratica che abbiamo fatto e che non è stata semplice in questo territorio».
Parole che non lasciano spazio a dubbi: la tregua tra De Luca e Fico è durata quanto un caffè, e il governatore ha già ribadito la sua volontà di restare il punto di riferimento della coalizione.
La timida risposta di Fico: «Io vado avanti»
Di fronte alle nuove invettive del governatore, la replica di Roberto Fico è arrivata con toni più pacati. Interpellato dai cronisti a margine di un incontro con la Cgil e le associazioni nella sede del sindacato a Napoli, il candidato alla presidenza della Regione ha preferito non alimentare la polemica.
«La legittimazione mia viene da tutte le forze politiche e le liste civiche che sostengono me come presidente, non c’è bisogno di ulteriore legittimazione e non commento ogni volta le frasi che vengono dette, non solo quelle del presidente della Regione, ma anche se arrivano da altri esponenti politici che commentano. È giusto commentare, si commenta e noi andiamo avanti, io vado avanti» ha affermato cercando di smorzare i toni.
Dalla “pace cordiale” al ritorno delle tensioni
Solo pochi giorni fa, dopo anni di scontri, accuse e contrasti politici, i due si erano finalmente seduti allo stesso tavolo per un incontro definito «cordiale». Da quella riunione, descritta come un passo verso la collaborazione, era sembrato possibile un riavvicinamento tra il presidente uscente e l’ex presidente della Camera. Si era parlato di continuità amministrativa, di attenzione alle famiglie in difficoltà e di un programma comune per un fronte progressista unito contro la destra.
Ma le ultime parole di De Luca hanno spazzato via ogni illusione. La «tregua» si è rivelata breve e fragile, lasciando riemergere le divergenze che da anni separano il pragmatismo del governatore e l’idealismo di Fico. Ora il centrosinistra, più che concentrarsi sul programma, sembra impegnato a rispondere alle invettive di De Luca, mentre l’elettorato resta in attesa di capire quale sarà davvero la linea del futuro governo regionale se a vincere sarà il centrosinistra.




