Giorgetti incontrerà banche, sindacati e imprese
Mini Irpef al 10% sugli aumenti per dare una spinta ai rinnovi contrattuali. Un nuovo semestre di silenzio-assenso sul Tfr. Innalzamento del tetto alla tassazione agevolata per premi di risultato e fringe benefit. Sconto fiscale su straordinari, notturni e festivi. La composizione della manovra è alle battute finali e il Ministero del Lavoro dà il proprio contributo con un pacchetto di proposte ampio e articolato.
L’ultima parola è affidata al Ministero dell’Economia che, incassato il via libera delle Camere al Documento programmatico di finanza pubblica, si prepara al rush finale prima di chiudere il disegno di legge atteso all’inizio della prossima settimana in consiglio dei ministri. La riunione, inizialmente ipotizzata per lunedì, non è ancora stata formalmente convocata, ma nelle ultime ore i ministeri sarebbero stati preallertati per martedì pomeriggio, anche se tutto è ancora in evoluzione. Il tempo dunque stringe e si lavorerà fino all’ultimo per definire le misure. Quella cui si guarda come l’ago della bilancia è il contributo delle banche, il cui ammontare consentirà di definire il quadro delle coperture e chiudere il cerchio sugli interventi.
Il confronto con banche e sindacati
Sulla data dell’incontro Giorgetti, che oggi è previsto al tavolo a Palazzo Chigi con i sindacati e poi lunedì con le imprese, resta vago: «Incontriamo le banche, i sindacati, gli imprenditori, incontriamo tutti», risponde ai cronisti alla Camera, precisando che ai tavoli comunque ci sarà «anche l’Abi». E sull’obiettivo della trattativa con gli istituti svicola: «Ci sono tante proposte in circolazione», sui giornali «ne leggo di tutti i colori», ma «diffidate dalle imitazioni», dice sorridendo.
Salvo poi riconoscere la delicatezza del momento: «È complicato, gli ingredienti della torta sono complicati, deve arrivare a giusta cottura, poi magari è buona». E per questo infatti con le banche, che verranno coinvolte in modo «concertato» e senza intento «punitivo», si lavorerà fino all’ultimo per sbloccare questo tassello cruciale.
Le altre misure
Taglio dell’Irpef e nuove regole sulla rottamazione
Sul fronte delle misure principali, al momento, per l’Irpef l’orientamento è di tagliare la seconda aliquota solo per i redditi tra 28mila e 50mila euro, senza l’estensione a 60mila. Per la rottamazione invece la partita non sarebbe ancora chiusa: si valuta la durata della rateizzazione (se in 8 anni e 96 rate o in 9 e 108 rate) e come garantire la selettività indicata da Giorgetti, distinguendo tra «meritevoli e non».
Proposte del Ministero del Lavoro: fringe benefit e straordinari agevolati
Per il capitolo lavoro invece il ministero guidato da Marina Calderone ha messo sul piatto una serie di proposte, raccolte in forma di articolato dettagliato e completo: ci sono l’Irpef al 10% sugli aumenti stabiliti dai rinnovi contrattuali e adeguamenti automatici all’indice di inflazione Ipca in caso di mancato rinnovo entro 24 mesi dalla scadenza; la tassazione sostitutiva fissa, al 10%, per le ore di straordinario, il lavoro festivo e notturno e le indennità connesse al lavoro a turni; l’innalzamento dei limiti della tassazione agevolata al 10% anche per i premi di risultato (da 3.000 a 4.000 euro) e per i fringe benefit (da 1.000 a 2.000 euro per chi non ha figli e da 2.000 a 4.000 per chi li ha).
Pensioni, Tfr e nuove misure di decontribuzione
Tra le indicazioni, anche un nuovo semestre di silenzio-assenso per il tfr e la proroga di Quota 103, Opzione donna, Ape sociale e decontribuzioni per le assunzioni di giovani e donne. Spunta infine anche l’ipotesi di un contributo per la previdenza dei figli. Il Dpfp intanto ottiene l’ok del Parlamento, che ha approvato – prima al Senato e poi alla Camera – le risoluzioni di maggioranza. Il centrodestra impegna il governo a mantenere la traiettoria dei conti, aumentare le spese per la difesa e inserire in manovra misure per i redditi, famiglie, sanità, pensioni e rottamazione.
Critiche le opposizioni, che bocciano unanimemente un «documento vuoto» che delinea una legge di bilancio di «austerità», una «manovrina» senza slancio per la crescita. L’affidabilità dell’Italia torna intanto sotto la lente delle agenzie di rating: oggi tocca a S&P, che ad aprile aveva alzato il rating da BBB a BBB+ con outlook stabile.




