Pnrr, da Commissione Ue via libera anche alla quarta rata da 16,5 miliardi

A inizio gennaio l’Italia avrà già ricevuto complessivamente oltre cento miliardi di euro

Cinque giorni per archiviare due ostacoli spigolosissimi nel percorso italiano nell’attuazione del Pnrr: dopo il via libera di venerdì scorso alla revisione complessiva del Piano, la Commissione Ue ha dato luce verde anche alla richiesta della quarta rata da 16,5 miliardi, tra sovvenzioni e prestiti. Ed è un sì dall’alto valore simbolico. Quando, fra circa un mese, a Roma arriverà il bonifico blu-stellato, l’Italia avrà ricevuto complessivamente oltre cento miliardi di euro, 102 per la precisione. «L’Ue conferma il grande impegno del governo al fine di attuare pienamente il Pnrr per rendere il Paese più moderno e più competitivo», ha sottolineato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni in un video sui social.

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Superare la quota cento, su un totale di 194,4 miliardi assegnabili con il Next Genaration Ue, per l’Italia significherà entrare ufficialmente nel secondo tempo di una partita che finirà inderogabilmente nel 2026. Il sì di Palazzo Berlaymont ai 21 milestone e 7 target della quarta rata era nell’aria da qualche giorno ma la valutazione della task force Recovery non è stata rapida. Nell’estate scorsa, di fronte alle difficoltà di mettere in campo i nuovi alloggi per studenti previsti nella terza rata, l’Ue e il governo avevano concordato di dilazionare il target – e i 500 milioni legati all’obiettivo – alla tranche successiva. Il 22 settembre il governo ha potuto inviare la richiesta di pagamenti. E, sugli alloggi universitari, le criticità sono state superate.

Commissione: prove dettagliate ed esaurienti

«Le autorità italiane hanno fornito prove dettagliate ed esaurienti che dimostrano il raggiungimento delle 28 tappe. La Commissione ha valutato attentamente queste informazioni prima di presentare la sua valutazione preliminare positiva della richiesta di pagamento», ha spiegato l’esecutivo europeo mentre, via social, arrivavano le congratulazioni dei due commissari in prima linea sul Recovery: Valdis Dombrovskis e Paolo Gentiloni.

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«Una serie di riforme» sono state attuate «in aree politiche chiave come la giustizia penale e civile, il pubblico impiego, gli appalti pubblici e l’assistenza agli anziani e a lungo termine. Ad esempio, sono stati compiuti ulteriori passi avanti nell’attuazione delle riforme della pubblica amministrazione e del sistema giudiziario penale e civile», ha osservato la task force Recovery. «Le risorse per il Pnrr arriveranno interamente a terra e lo faranno nei tempi previsti», ha assicurato dal canto suo la premier.

Fitto: unico Paese ad aver ottenuto la quarta rata

Mentre il ministro per gli Affari Ue, il Sud, la Coesione e il Pnrr, Raffaele Fitto, ha sottolineato un ulteriore dato: «Siamo l’unico Paese ad aver ottenuto la quarta rata. E’ un segnale importante di un grande lavoro fatto insieme alla Commissione europea», ha spiegato il ministro, rivendicando la revisione del Piano approvata la settimana scorsa da Bruxelles: con le modifiche, ha puntualizzato, «il governo ha liberato importanti risorse che risulteranno strategiche per la crescita strutturale del Paese».

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Nei prossimi giorni il governo varerà un decreto legge ad hoc sull’attuazione del Pnrr modificato. Con l’obiettivo primario di evitare futuri ritardi: chi non rispetta i tempi sarà responsabile del mancato rispetto e la norma riguarderà tutti gli enti attuatori, ha spiegato Fitto incontrando in mattinata gli enti locali. Entro l’anno l’Italia potrebbe fare richiesta per la quinta rata da 18 miliardi circa.

L’esborso della quarta si concretizzerà invece dopo il parere positivo del Comitato Economico e Finanziario, che arriverà entro l’anno. I tempi del Recovery sono stretti anche per Bruxelles: entro al fine del 2023 la Commissione dovrà concludere la valutazione dei nuovi Pnrr di tutti e 27 Stati membri. Nel frattempo ha dato luce verde alla prima rata da 4 miliardi (in sovvenzioni) per la Germania e alla terza, da 3,6 miliardi tra sovvenzioni e prestiti, per la Grecia.

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