Il centrodestra mette nero su bianco la sua contro-proposta sul salario minimo
Due deleghe al governo: una sull’equa retribuzione e l’altra sui controlli contro i contratti pirata. Il centrodestra mette nero su bianco la sua contro-proposta sul salario minimo con un emendamento, firmato da Schifone, Giaccone, Tenerini, Rizzetto, Battilocchio, Caparvi, Coppo, Giagoni, Giovine, Malagola, Mascaretti, Nisini, Tassinari, Volpi, Zurzolo, in due articoli, soppressivo di tutta la proposta unitaria del centrosinistra che prevede invece la soglia minima di 9 euro lordi l’ora introdotta per legge.
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La prima parte della delega, che va attuata entro 6 mesi dall’approvazione del testo attraverso decreti legislativi, è volta a «garantire a ogni lavoratore e lavoratrice una retribuzione equa e sufficiente» nel rispetto dell’articolo 36 della Costituzione. Un obiettivo da raggiungere «rafforzando la contrattazione collettiva» e prendendo a riferimento i «trattamenti economici complessivi minimi dei contratti collettivi nazionali maggiormente applicati».
Nella proposta della maggioranza non si utilizza mai il termine salario, né viene indicata una cifra minima di retribuzione. Si fa comunque riferimento a misure per «assicurare ai lavoratori trattamenti retributivi giusti ed equi».
Il ruolo del ministero del Lavoro
Nell’ambito della delega si prevede inoltre un ruolo specifico del ministero del Lavoro sia in caso di mancanza di contratto di riferimento che nel caso di ritardo nei rinnovi. «Per ciascun contratto scaduto e non rinnovato entro i termini previsti dalle parti sociali o comunque entro congrui termini – si legge nel testo – e per i settori nei quali manca una contrattazione di riferimento» si prevede «l’intervento diretto del ministero del Lavoro» per «adottare le misure necessarie a valere sui soli trattamenti economici minimi complessivi», considerando anche «i trattamenti economici minimi» previsti da settori affini.
Gli altri obiettivi
Tra gli obiettivi delle norme proposte dal centrodestra anche una «riforma della vigilanza del sistema cooperativo» e norme per «disciplinare modelli di partecipazione dei lavoratori alla gestione e agli utili di impresa». Nel testo spunta anche, tra i principi, quello di «favorire lo sviluppo progressivo della contrattazione di secondo livello» anche «per fare fronte alle diversificate necessità correlate all’incremento del costo della vita e alle differenze dei costi su base territoriale».
L’altra delega, prevista nel testo e sempre di 6 mesi, riguarda invece i contratti pirata. E lo scopo è quello di «incrementare la trasparenza» nelle dinamiche contrattuali «nonché conseguire obiettivi di effettivo contrasto al dumping contrattuale, a fenomeni di concorrenza sleale, alla evasione fiscale e contributiva ed al ricorso a forme di lavoro nero o irregolare in danno dei lavoratori e delle lavoratrici».
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