Camorra, il clan Pagnozzi nel mirino della Dda: 14 persone in manette

Ricostruito anche un tentativo di condizionamento delle elezioni amministrative

Vasta operazione dei carabinieri del Comando Provinciale di Benevento in diversi comuni della Valle Caudina e nelle province di Avellino, Caserta, Potenza e Catanzaro. I militari dell’Arma, con l’ausilio di unità cinofile, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip di Napoli, nei confronti di 14 indagati, a vario titolo, di associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsione, danneggiamento, detenzione di materiale esplodente, detenzione e porto illegale di armi e associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, reati tutti con l’aggravante del metodo mafioso.

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L’indagine riguarda elementi del clan Pagnozzi, attivo tra Montesarchio, Moiano, Airola, Sant’Agata de Goti, nel Sannio, San Martino Valle Caudina nell’Avellinese e San Felice a Cancello, nel Casertano. L’indagine è nata nel 2018, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli e condotta dalla Compagnia Carabinieri di Montesarchio, e ha consentito di accertare come la cosca sia egemone nella Valle Caudina e nella Valle Suessola, delineandone l’attuale articolazione e individuando i referenti di ciascuna area territoriale di influenza.

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Già a luglio di tre anni fa furono arrestati in 8 (Pietrantonio Morzillo, Biagio Massaro, Pasquale Massaro, Alessandro Massaro, Francesco Buono, Antonio Buonanno, Luca Truocchio, e Umberto Zampella), per alcuni episodi estorsivi, poi condannati a maggio 2021 condannati con rito abbreviato dal Tribunale di Napoli, confermata in appello seppure con pene modificate a dicembre 2022.

La nuova tranche d’inchiesta

Questa tranche d’inchiesta ha però messo in luce le modifiche nel tempo nell’assetto organizzativo del gruppo criminale dovute soprattutto a defezioni e scissioni tra le varie anime del ‘direttorio’, mantenendo però il capillare controllo criminale del territorio, la disponibilità di armi utilizzate per compiere richieste estorsive ai danni di imprenditori edili operanti nella provincia di Benevento, oppure con incendi e danneggiamenti.

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Documentata anche la gestione di piazze di spaccio di cocaina, hashish e marijuana (comprate nell’hinterland napoletano) in vari comuni delle province di Benevento e Avellino, attraverso una precisa ripartizione di ruoli tra i affiliati. Rilevato dagli investigatori anche un tentativo di condizionamento delle elezioni amministrative del Comune di Moiano del 26 maggio 2019, attraverso la presentazione di una lista elettorale e atti intimidatori nei confronti di persone dello schieramento politico contrapposto, risultato comunque vincente.

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