Ucciso perché si oppose al racket del “caro estinto”: stangata per Francesco Schiavone ‘Cicciariello’

L’imprenditore non volle lasciare un funerale ad una ditta concorrente

Ergastolo confermato in Cassazione per Francesco Schiavone ‘Cicciariello’, storico boss del clan dei Casalesi nonché cugino omonimo del capo della cosca Francesco Schiavone noto come “Sandokan”. Cicciariello era accusato dell’omicidio di Giovanni Parente, titolare di un’attività di pompe funebri ucciso nel settembre 1996 a Santa Maria la Fossa (Caserta) perché si oppose al monopolio del clan sui funerali, ovvero al racket cosiddetto del “caro estinto”; in pratica Parente non volle lasciare un funerale ad una ditta concorrente e vicina ai Casalesi, e per questo il clan ne decise l’eliminazione.

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La Corte di Cassazione ha confermato l’ergastolo inflitto a Cicciariello dalla Corte d’Assise d’Appello di Napoli nell’ottobre 2022, che invece aveva ribaltato l’assoluzione disposta in primo grado dal tribunale di Santa Maria Capua Vetere. Ad ordinare il delitto – è emerso – furono Sandokan e Cicciariello, e la prova sarebbe in un pizzino, mai ritrovato, che Sandokan – anch’egli condannato in appello all’ergastolo – inviò al cugino e in cui ribadì i problemi che stavano emergendo nel Basso Volturno, area controllata da Cicciariello, in particolare nel settore delle pompe funebri

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