Per il Pd la speculazione è la mamma di tutte le strategie politiche

Prende a pretesto il libro di Vannacci per dividere gli italiani in buoni e cattivi e il Paese rischia l’ennesima euro-turlupinatura sul patto di stabilità

Finanziaria 2024, se ne parlerà oggi nel primo cdm del dopo vacanze, con l’obiettivo «aula» il 20 ottobre. L’ultima settimana di vacanza si è consumata, però, in polemiche pseudo-culturali della sinistra contro il libro del generale Vannacci: «Il mondo al contrario». Viene, allora, da chiedersi, un «pensiero unico», può essere un «pensiero libero»? Assolutamente, no. Se lo fosse, più che unico sarebbe un «pensiero» libero da aggettivazioni di parte.

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Eppure, in conseguenza della violenta polemica che ne è scaturita dopo la pubblicazione qualcuno se lo è chiesto dando la sensazione di essersi appena accorto che il «pensiero – ovviamente quello unico – non è libero». Ma dire che Varnacci con il suo libro ha «smascherato una società che non vuole pensare, non vuole speculare, non vuole domande», mi sembra un tantinello fuorviante.

E’ vero «non vuole pensare» perché non è in grado di farlo, altrimenti non sarebbe quella del «pensiero unico» ed è altrettanto indiscutibile che «non vuole domande», non saprebbe cosa rispondere. Ma che i suoi esponenti non vogliano speculare visto la canea che scatenano e l’odio che sprizzano su ogni decisione (ultima: l’ufficializzazione dell’incarico – per altro, già rivestito – di responsabile del tesseramento di FdI alla sorella della premier, Arianna) che ritengono di poter utilizzare per delegittimare la Meloni, dimostra esattamente il contrario. Confermando, anzi, che per loro la speculazione è la mamma di tutte le strategie politiche.

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Perché consente – anzi, forse proprio per questo – di delegittimare l’esecutivo, «piove governo ladro», accusandolo di tutto e del suo contrario. Mettendo la sordina e a ribaltandoli sul centrodestra – ai guasti da loro prodotti in venti anni di (s)governo. Incuranti che così facendo continuano a dividere il Paese in buoni (ovviamente, loro) e cattivi (naturalmente gli altri) quelli che non intendono arrendersi alle loro prevaricazioni.

Zizzanie, ostilità e problemi

Finalizzate soltanto a seminare zizzanie, ostilità e problemi per mettere in difficoltà la maggioranza, senza curarsi più di tanto che ciò indebolisca il governo al cospetto dell’Europa, del mondo e dei mercati finanziari, minandone la credibilità e mettendo in difficoltà il Paese.

Sperando di sollecitare l’opinione pubblica a scendere in piazza e spingere il capo dello Stato a decretarne la fine e provvedere a una manovra di palazzo, modello 2011, con la quale Sarkozy e Merkel, fecero cadere Berlusconi oppure come nel 2022 quando una parte (5S) della maggioranza arcobaleno che lo reggeva silurò Draghi.

E, la «santa inquisizione del pensiero unico» («Stampa» e «Repubblica»), pur di sparlare della Meloni anche per i contenuti del testo di Vannacci, ha «ripescato» dagli sprofondi del 2019 un suo libro scritto a quattro mani insieme al professor Meluzzi, sulla mafia nigeriana, rinvenendovi, a loro dire, contenuti razzisti presenti anche nel testo del generale.

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Ma hanno taciuto de «Il tempo delle battaglie» l’autobiografia – uscita negli stessi giorni – nella quale l’ex presidente francese ha confermato i propri assurdi magheggi e quelli dell’ex cancelliera teutonica, per far dimettere il defunto leader di Fi da premier. Un silenzio strumentale per evitare di sottolineare la complicità di Napolitano e della sinistra nella stessa vicenda e nella concessione delle chiavi di Palazzo Chigi a Monti. A questo scopo, appena nominato, Senatore a vita.

Ma la ciliegina sulla torta l’ha messa l’Unità di Sansonetti che avendo sentito una decina di ragazzi, fra gli 8 e i 16 anni, gridare «vincere e vinceremo», mentre facevano sci nautico all’Asinara, si è inventata la resistenza anti-balilla. Si sa mai. E se Mattarella a Rimini sui migranti rampogna Ue e dem dando ragione a Meloni: «Ingressi regolari e sostenibili», una delegazione Pd sale a bordo di un Ong fermata perché non rispetta le leggi.

Il pensiero inutile

Una nuova dimostrazione, di anti-italianità dei signori del «pensiero inutile» e, per di più, proprio nel momento in cui dovremmo dimostrare unità e compattezza, per evitare l’ennesima euro-turlupinatura e chiedere regole più flessibile in caso di ripristino immediato del Patto di Stabilità e della soglia di sforamento del 3% sui conti del 2023. Il ritorno ai vecchi parametri pre-covid potrebbe, considerata l’entità del nostro debito, farci davvero male.

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