La premier: «non possiamo smantellare la nostra economia per inseguire la transizione ecologica»
Torna a parlare dell’Italia come una nave, «la nave più bella del mondo», invitando a «remare insieme» e mandando a dire che chi non accoglierà l’invito bipartisan «avrà qualcosa da imparare». Rivendica di aver contribuito a costruire un contesto nell’Ue in cui ora si inizia a parlare nientemeno che di sovranità, «cosa impensabile qualche mese». Declina un progetto di transizione con un paletto fermo, quello per cui «non possiamo smantellare la nostra economia per inseguire la transizione ecologica».
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Giorgia Meloni interviene all’Assemblea generale di Assolombarda per una riflessione ad ampio raggio sulle sfide del Paese, le stesse già dipanate nel corso dell’altrettanto ampia intervista al Corriere della Sera dove sono i dossier migranti, Mes e Pnrr a tenere banco. Una road map che ripropone peraltro le levate di scudi delle opposizioni già sperimentate nei giorni scorsi.
«Possiamo e dobbiamo lavorare insieme. Probabilmente non saremo sempre d’accordo su tutto, ma su una cosa sono sicura che lo saremo, sul fatto che questa nazione si può salvare, che può ancora stupire e dimostrare al mondo quanto vale. Con le sue mille difficoltà, ma l’Italia è sempre la nave più bella del momdo e lo saremo sempre», dice allora Meloni in riproponendo la metafora in cui il Paese diventa «il nostro scafo che – spiega – può avere qualche danno ma è solido e sicuro».
«L’equipaggio non avrà sempre avuto indicazioni chiare ma ha cuore e cervello e se riusciremo a dargli indicazioni chiare, e a remare nella stessa direzione, non dovremo temere alcuna onda, per quanto alta possa essere».
In gioco la credibilità internazionale dell’Italia
Più frontale il passaggio in cui dice «mi dispiace, anche se non mi stupisce, che anche il Pnrr sia diventato in Italia terreno di scontro, perché penso che su una partita del genere occorre comportarci come un solo uomo: maggioranza, opposizione, tutti i livelli istituzionali. Aziende, sindacati, magistrati, intellettuali, gente comune. Non è in gioco il governo – avverte – ma la credibilità internazionale dell’Italia».
E questo perché c’è «chi non perde occasione per fare polemica, e persino chi tifa perché si fallisca» Meloni sottolinea «la buona notizia» rappresentata dal fatto che «l’Italia vive un’inedita fase di stabilità politica» e che l’Europa «sembra progressivamente, seppur lentamente, aprire gli occhi e prendere coscienza di quale debba essere il suo ruolo» e guarda alla platea per osservare che «chi opera nel campo del reale, e non dell’ideologia e dell’utopia, ha più facilità a vedere cosa poi si materializza».
«Sono fiduciosa che il declino si possa invertire, che non sia un destino ma una scelta. Sono convinta che serve capire su quale sfide si gioca il futuro dell’Italia e dell’Europa produttive, e riconoscere gli errori del passato», dice allora il presidente del Consiglio che invita a «tornare padroni del nostro destino» e sul Pnrr chiarisce che «in gioco è la credibilità dell’Italia, non il governo».
I risultati dell’industria italiana
Dal presidente del Consiglio arriva l’esortazione a «combattere l’autodistruttivo sminuirci», sostenuta da una riflessione sui fondamentali dell’economia, riferendosi a dati della crescita che «dimostrano un’affidabilità maggiore rispetto al resto dell’Eurozona».
«Se i numeri del settore sono incontrovertibili, quelli dei territori rappresentati da Assolombarda sono sorprendenti», evidenzia ancora lamentando che «nonostante questi numeri, assistiamo a una tendenza inspiegabile a sminuire i risultati dell’industria italiana, mentre si elevano a punto di riferimento realtà esterne ai nostri cofini nazionali dai quali non avete – dice alla platea – nulla da imparare. Semmai, avete qualcosa da insegnare…».
La ratifica del Mes
Torna a definire «contrario all’interesse nazionale accelerare la ratifica del trattato di riforma del Mes mentre il governo è impegnato nel negoziato decisivo per la modifica del Patto di stabilità e il completamento dell’Unione bancaria». «Se abbiamo presentato una questione sospensiva alla richiesta delle opposizioni di ratifica immediata – spiega il presidente del Consiglio – è perché questi strumenti vanno visti insieme. Chi oggi chiede la ratifica – sottolinea – non sta facendo l’interesse italiano».
Così come Meloni si conferma ottimista sulla tabella di marcia del Pnrr «soprattutto se smettiamo – è la stoccata alle opposizioni – di fare allarmismo su una questione strategica per la nazione intera e che, nella migliore tradizione dei Tafazzi d’Italia, viene strumentalizzata per attaccare il governo».
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