Arrestato anche un 33enne contiguo al clan camorristico Afeltra-Di Martino
Un «bunker» progettato dalla criminalità organizzata per ospitare una serra per la coltivazione della cannabis è stato scoperto in località Madonna della Libera, nel comune di Castellammare di Stabia (Napoli), nell’ambito dei controlli dei Carabinieri del Comando provinciale di Napoli e dello Squadrone eliportato Cacciatori Calabria a ridosso delle pendici dei Monti Lattari.
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L’attività a largo raggio, denominata «Continuum bellum», è in corso sui monti che si ergono tra la costiera sorrentina e l’agro nocerino-sarnese, spartiacque naturale la cui posizione favorisce terreno fertile per le coltivazioni più esigenti in termini di luce ed esposizione, su tutte quelle di cannabis indica. Nella comunità montana Madonna della Libera, supportati anche dall’utilizzo di un drone a guida remota, i Carabinieri hanno individuato un rudere abbandonato che, dagli accertamenti, si è rivelato essere un nascondiglio progettato dalla criminalità organizzata locale quale serra per la coltivazione della cannabis.
Il locale era servito da corrente mediante un allaccio abusivo alla rete elettrica principale ed era completo di lampade, alimentatori, impianto di ventilazione nonché di vasi con terriccio e materiale vario per la coltivazione. I militari hanno inoltre trovato, nel corso dei controlli, 207 piante di cannabis indica dell’altezza media di un metro e mezzo. Le piante sono state campionate e distrutte sul posto.
L’arresto del 33enne
I Carabinieri hanno poi effettuato il secondo arresto in due giorni di attività: a finire in manette per detenzione illegale di armi e detenzione di droga a fini di spaccio è stato un 33enne di Gragnano, già noto alle forze dell’ordine e ritenuto contiguo al clan camorristico Afeltra-Di Martino. I militari hanno perquisito la sua abitazione dove hanno trovato e sequestrato una pistola lanciarazzi calibro 22 completa di caricatore per capsule di innesco, poco più di 31 grammi di marijuana, un bilancino e materiale vario per il confezionamento dello stupefacente. L’arma, utilizzata solitamente per lanciare «segnali di aiuto», sarà sottoposta ad accertamenti balistici. L’arrestato è in attesa di giudizio.
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