Circumvesuviana, ritardi e deragliamenti: non c’è pace per i pendolari della provincia di Napoli

Quello dei giorni scorsi non è il primo e non sarà neanche l’ultimo incidente se De Luca e De Gregorio, continueranno a fingere di non vedere

Il sistema ferroviario dell’area metropolitana di Napoli, la cui gestione è in capo ad uno società di proprietà della Regione Campania, deve essere profondamente rivisto. Per una serie di motivi che provo ad elencare.

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Primo aspetto. La sicurezza degli utenti e dei lavoratori

L’ultima notizia dei giorni scorsi vede l’apertura da parte della Procura della Repubblica di Torre Annunziata (Napoli) di un’inchiesta in merito al deragliamento di un treno della Circumvesuviana avvenuto a ridosso della stazione di Pozzano, lungo la linea Napoli-Sorrento. Al di là delle difficoltà e dei disagi provocati nell’arco della giornata ai tanti utenti pendolari, e non, che utilizzano i servizi, il tema più delicato afferisce all’interdizione della circolazione dei treni tra le stazioni di Castellammare di Stabia e Vico Equense, dove è stato istituito un servizio automobilistico sostitutivo.

Ma l’incidente di pochi giorni addietro non è l’unico degli ultimi mesi. A Novembre dello scorso anno un treno della linea Circumvesuviana è deragliato all’ingresso della stazione di Pompei Santuario in servizio tra Napoli, Pompei e Poggiomarino. Anche in questo caso molta paura ma fortunatamente nessun ferito.

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A luglio un guasto alla stazione di Barra ha bloccato due linee dei servizi gestiti da EAV, in piena estate ed in corrispondenza di un servizio utilizzato dai turisti diretti alla penisola Sorrentina. Possiamo dire senza alcuna smentita che non c’è pace per gli utenti della linee vesuviane.

Secondo aspetto. Gestione e governance dell’Ente Autonomo Volturno

L’azienda, di proprietà ricordiamo della Regione Campania, ha in corso un progetto di risanamento economico che tiene conto anche di un maxi finanziamento da 600 milioni di Euro stanziato dai Governi precedenti. Nonostante ciò «nel corso dell’esercizio chiuso al 31 dicembre 2021, la Società ha conseguito una perdita di 12,6 milioni di Euro, che si aggiunge ad una perdita di 4,7 milioni di Euro dell’esercizio chiuso al 31 dicembre 2020».

Dal Conto Economico 2021 si rilevano ricavi da traffico per 24 milioni di Euro, pari al 10% del valore della produzione (il resto è coperto sostanzialmente dalla compensazione pubblica). I costi di esercizio ammontano a 264 milioni di Euro (al netto degli ammortamenti ed oneri). Il rapporto caratteristico tra ricavi di traffico e costi di esercizio ammonta all’incirca al 9%, indice ben distante dal fatidico valore imposto dalla legge quadro sul TPL (Decreto Burlando) il quale impone un rapporto ricavi/costi pari al 35%. Che dire di più. Fatti e numeri sono abbastanza chiari. Ad maiora.

Leggi anche:  Dichiarazioni fraudolente e indebita compensazione: sequestrati 350mila euro

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