Pesano l’aumento delle bollette e la fiammata dei prezzi
I dati diffusi dall’Istituto Nazionale di Statistica registrano per il 2021 un crescente numero di famiglie che vivono in condizioni di povertà assoluta, con particolare riferimento al Sud, che condizionano pesantemente l’andamento economico del sistema produttivo italiano.
Crolla, infatti, la produzione industriale da inizio d’anno del 3,4%, riportando, per il secondo mese consecutivo, una flessione congiunturale. La produzione risulta inferiore dell’1,9% rispetto a febbraio 2020, ultimo mese pre-lockdown, dopo che era stata superiore per ben undici volte, ma è anche più bassa nel confronto con gennaio 2020, ultimo mese pre-pandemia, -4,5%, e con gennaio 2019, -4,8%.
Le grosse difficoltà alle famiglie
Ad incidere negativamente sui dati registrati dall’Istat è sicuramente il pesante aumento delle bollette scattato a gennaio e la fiammata dei prezzi al dettaglio, che iniziano a creare grosse difficoltà alle famiglie riducendo sensibilmente i loro consumi.
La spesa media familiare, che già nel 2021 non aveva recuperato i livelli pre-crisi, rischia di contrarsi ulteriormente per quei nuclei familiari meno abbienti facendo crescere, per l’anno corrente, il livello di povertà assoluta.
Lo scenario non sembra migliorare nel breve periodo. La nota mensile dell’Istat sull’andamento dell’economia italiana sottolinea l’elevata incertezza presente sui mercati che rende difficilmente stimabile l’impatto della crisi. In particolar modo, quantificare in modo puntuale gli effetti del conflitto e delle sanzioni finanziarie adottate dai governi occidentali nei confronti della Russia, è operazione molto complessa in quanto strettamente legata all’incerto esito della guerra.
Riduzione del PIL per l’anno 2022
Da una prima valutazione circa gli effetti dello shock dei prezzi energetici, l’Istat calcola una riduzione dello 0,7% del PIL per l’anno 2022, descrivendo l’andamento economico del paese negativamente influenzato dal basso livello dei consumi delle famiglie, accompagnato da una riduzione della propensione al risparmio, con una progressiva riduzione anche dei livelli occupazionali.
Molto prudente è, infine, il commento dell’istituto di statistica circa le prospettive per l’economia italiana per l’anno in corso. Se ad inizio anno queste mostravano un quadro favorevole, le moderate correzioni registrate nella fiducia dei consumatori a febbraio, unite alle tensioni geopolitiche, hanno indotto l’Istat a rinviare a successive analisi e aggiornamenti le previsioni sulla possibile evoluzione dell’economia italiana.
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