La struttura era stata realizzata a inizio anni ottanta
Sono cominciate questa mattina le operazioni di abbattimento del manufatto ex ‘Vicienz a Mmare’ sul lungomare di Pozzuoli, una struttura abbandonata al rustico in cemento armato da oltre 40 anni, nota come ecomostro di Pozzuoli. La struttura era stata realizzata a inizio anni ottanta in sostituzione del vecchio ristorante «Vicienz a Mmare», demolito per i fenomeni del bradisismo nel 1973, sorgeva ai piedi del Rione Terra sul lungomare di via Napoli.
Alle operazioni iniziali di demolizione dell’ecomostro sul lungomare di Pozzuoli ha assistito anche il sindaco Vincenzo Figliolia. «Per la città è un evento storico, da ricordare nel tempo. Dopo anni di battaglie e di controversie burocratico-giudiziarie, giungiamo al tanto atteso epilogo – ha dichiarato. L’ecomostro finalmente va giù e potremo avere una linea di costa libera e pulita».
«Noi – afferma – ci abbiamo creduto fin dal giorno in cui abbiamo inserito il progetto di abbattimento nel Programma Più Europa e con determinazione siamo giunti alla conclusione più logica che ci poteva essere, nonostante ci fosse chi pensava che l’edificio potesse essere recuperato o rigenerato in chissà quale attività. La nostra visione è questa ed è una visione di armonia e bellezza, altro che «deserto» come qualcuno ha affermato! Andava fatto ogni sforzo possibile per eliminare una tale bruttura. Riportare la vita in questo luogo per noi significava poter consentire a tutti di godersi questo angolo del territorio accanto al mare».
Lo scheletro è rimasto per oltre 40 anni proprio prospiciente al mare, inutilizzato a deturpare il territorio. «La struttura – ha concluso Figliolia – mortificava il territorio e il paesaggio. Costituiva oltretutto un pericolo pubblico. Ora potremo finalmente completare la passeggiata sul lungomare, con un unicum che va da via Napoli ai piedi del Rione Terra. Il sogno diventa realtà. Guardiamo al futuro con fiducia».
La vicenda della struttura ex ‘Vicienz a Mmare’ è lunga e controversa
Il manufatto storico risale al 1600, quando i frati Cappuccini costruirono in quel punto il loro convento. Due secoli dopo la struttura fu lasciata, per gli effetti del bradisismo e le erosioni del mare. A fine Ottocento un ristoratore la rilevò e ne fece una trattoria, che negli anni a seguire passò alla storia come «Vicienz a Mmare», luogo ambito anche da noti registi come set cinematografico. Il ristorante chiuse nel 1973 e fu demolito.
Ma negli anni Ottanta del secolo scorso, i nuovi proprietari chiesero di ricostruire l’immobile per farne un centro polivalente, ma il progetto si fermò alla realizzazione dello scheletro di cemento, rimasto così fino ad oggi. Dopo decenni di abbandono, nel 2013 l’amministrazione Figliolia decise di inserire il progetto dell’abbattimento tra gli interventi aggiuntivi del Più Europa. Progetti che vengono accolti e finanziati dalla Regione Campania.
In quello stesso periodo c’è una nota della Soprintendenza che sottolinea l’inattendibilità da un punto di vista paesaggistico dell’opera che si intendeva realizzare, rimarcando che la riqualificazione dell’area non potesse in alcun modo prescindere dall’abbattimento del manufatto. C’è quindi un primo tentativo di esproprio del manufatto ma i proprietari non accettarono la proposta del Comune.
Inizia così il contenzioso sulla liceità edilizia dell’opera: il Tar dà ragione al Comune, mentre il Consiglio di Stato in ultima analisi ribalta la decisione, affermando che l’opera non è abusiva e per essere abbattuta devono essere prima risarciti i proprietari. Nel dicembre 2020 la decisione definitiva del Consiglio comunale, che approva la «variante semplificata» che permette di giungere alla demolizione dell’ecomostro.
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