Il Movimento 5 Stelle sbatte i pugni perché escluso dalla «lottizzazione Rai»

Conte e i suoi non parleranno più con i canali pubblici perché il M5S non ha ottenuto nessuna poltrona

Sempre pacato, come se non gli importasse niente, Giuseppe Conte da quando è leader del Movimento 5 Stelle non ha mai alzato la voce più di tanto. Eppure è successo l’imprevedibile e ieri ha sbattuto i pugni sul tavolo. Inaspettatamente. Per cosa? Perché i grillini non hanno avuto un posticino in Rai. Ha accusato l’amminstratore delegato di lottizzazione, ma ha lamentato che in quella lottizzazione loro non hanno avuto un posto a sedere.

«L’amministratore delegato della Rai Carlo Fuortes poteva scegliere come affrontare le nomine. Ha scelto di sottrarsi a qualsiasi confronto nelle sedi istituzionali: ha rinviato l’incontro richiesto nei giorni scorsi dai consiglieri di amministrazione Rai e ha rinviato la convocazione già programmata davanti alla Commissione di Vigilanza Rai» ha spiegato.

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Ma il Movimento 5 Stelle ha sempre deprecato il modo di fare giornalismo in Italia, ha sempre scelto di non parlare con una parte del mondo giornalistico secondo lui corrotto e integrato nel «Sistema». Eppure secondo Conte «Fuortes poteva affidarsi a vari criteri: ha scelto di continuare ad applicare la vecchia logica che prevede di tenere conto delle istanze delle varie forze politiche. Nell’applicare questo criterio ha però scelto di escludere, fra tutte le forze dell’arco parlamentare, unicamente il Movimento 5 Stelle, partito di maggioranza relativa grazie a 11 milioni di elettori».

Undici milioni di elettori, ricordiamolo all’ex premier, che sono spariti all’indomani della prima esperienza di Governo

L’ex premier dunque sbatte i pugni perché voleva far parte della lottizzazione. Ma lancia anche frecciate al premier Draghi e ai suoi compagni di maggioranza quando afferma: «Ci chiediamo che ruolo abbia giocato il governo in tutto questo».

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«A noi piace parlare ai cittadini in modo chiaro: le logiche che da tempo guidano il servizio pubblico non ci piacciono, non ci sono mai piaciute. Si chiama lottizzazione politica. Anche noi ci siamo ritrovati prigionieri di questo sistema che abbiamo denunciato molte volte, ma non abbiamo numeri sufficienti per modificarlo come abbiamo già proposto: un nostro disegno di legge è stato incardinato in Commissione in Senato, per intervenire sulla governance della Rai e liberarla finalmente dall’influenza della politica».

Fuortes non libera la Rai dalla politica dice Conte, «ma sceglie scientemente di esautorarne una parte: la più ampia, uccidendo qualsiasi parvenza di pluralismo. Siamo alla definitiva degenerazione del sistema. Bene. Vorrà dire che, a partire da oggi, il Movimento 5 Stelle non farà sentire la sua voce nei canali del servizio pubblico, ma altrove. E continueremo questa battaglia chiedendo il sostegno di tutti i cittadini».

Bene, bravo, bis. Per la serie non mi piace ma lo voglio anche io, e cosa farà Conte? Si rivolgerà solo a Mediaset e La7? Alla vigilia del voto per la successione di Mattarella, con Berlusconi candidato al Colle non sembra una grande idea. Può anche aver ragione ma così fa peggio di Fuortes. Una forza che si definisce democratica non può decidere di punto in bianco di non parlare con una parte del Paese. Semmai doveva accadere il contrario, doveva impegnarsi di più per trovare altri mezzi di comunicazione per far sentire la propria voce. Così sembra solo l’ennesimo capriccio.

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