Il consigliere regionale: «La Regione attivi fin da subito indagini interne, siamo pronti a dare la massima collaborazione»
«Meno di un anno fa, il ministro Lamorgese, davanti alle risultanze di un’indagine affidata a una commissione prefettizia – nominata a suo tempo dall’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini – decise di non sciogliere l’Asl Napoli 1. Perché la camorra, stando alle conclusioni a cui giunse Lamorgese, nel frattempo era stata cacciata via dai nosocomi partenopei». Lo afferma attraverso i suoi canali social, Severino Nappi, consigliere regionale e coordinatore cittadino della Lega a Napoli.
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«La smentisce – sottolinea Nappi – una recentissima inchiesta della Procura, che con una raffica di arresti, ha fatto riemergere con chiarezza ancor più devastante, come invece i clan abbiano continuato ad infiltrarsi e ad avere il pieno controllo degli ospedali. E allora c’è da chiedersi: quali elementi aveva in mano Lamorgese quando escluse quello che la preziosa opera di inquirenti e investigatori aveva evidenziato?»
Nappi: «L’opera di contrasto alla malavita va portata a termine con i fatti e non con le chiacchiere»
«Restiamo, inoltre, basiti davanti al fatto che una cosa del genere – continua -, sia potuta avvenire alla luce del sole, senza il minimo ostacolo, senza cioè che nessuno della filiera amministrativa regionale si sia accorto di nulla. La verità è che ci troviamo di fronte a responsabilità gravissime, fatte di omissioni, disattenzione, disinteresse, incapacità. Responsabilità che sia il ministro Lamorgese sia chi governa questa regione, devono assumersi. Perché l’opera di contrasto alla malavita va portata a termine con i fatti e non con le chiacchiere».
«Palazzo Santa Lucia – conclude Nappi -, in particolare, non può continuare a girarsi dall’altra parte e non intervenire su una questione gravissima, come è quella dell’infiltrazione dei clan nella sanità pubblica. Noi resteremo vigili, affinché la Regione attivi fin da subito indagini interne, e siamo pronti a dare la massima collaborazione affinché le cose possano finalmente migliorare; perché è questo quello che vogliamo per la Campania».
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