Il centrosinistra ha vinto. Anzi no, ha mantenuto quello che già aveva. La sua nobilitade dovrà conquistarla nei ballottaggi

Ha stravinto il partito del non voto che ha battuto il record negativo di tutti i tempi: soltanto il 54,79% (nelle grandi città meno del 50%)

Il partito dell’estensione continua a vincere? I cittadini non hanno più fiducia dei partiti, rifuggono dalla urne e rinunciano a votare? Questo crea una sorta di scompenso con il primo articolo della Carta Costituzionale, secondo il quale «il potere appartiene al popolo che lo esercita nei limiti e nelle forme previste dalla Costituzione»?

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Ne deriva che politica e partiti – visto che (anche se ha bisogno di qualche piccola revisione per metterla in linea con i tempi) continuano a sottolineare che la nostra è la Costituzione più bella del mondo – innanzitutto dovrebbero smettere di calpestarla, prenderla a calci e preoccuparsi di lavorare per trasformare quelli – compreso quello appena citato – che “abbandonati” sulla carta sono soltanto auspici, in realtà fattuale e concreta. Cosa possibile, ma non facile. Perché è necessario il contributo di tutti e non tutti sono disponibili a offrirlo. Neanche a chiacchiere. Il centrodestra sembra non rendersene conto e il Pd non ha alcuna interesse a risolverlo.

Tant’è che appena resisi conto – che ancora una volta, aveva stravinto il partito del non voto, dal momento che i votanti hannno segnato il record negativo di tutti i tempi: soltanto il 54,79% (nelle grandi città, addirittura, meno del 50%) contro il 61,59 delle amministrative 2016 (quando, per altro, si votò in un solo giorno) – nell’esprimere  trionfalisticamente la soddisfazione per il proprio risultato (rieletto alla Camera attraverso il colleggio suppletivo di Siena; e del Pd), Enrico Letta e c. hanno ribadito ciò che nei confronti dell’astensionismo sostiene da sempre Matteo Renzi: «l’astensionismo è un problema secondario».

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Vero, talmente secondario che, per loro, ormai rappresenta un vero e proprio alleato occulto, immateriale ma, per vincere, decisamente più importante e pesante dei 5s, Leu e +Europa.

L’unico successo del centrosinistra è stato di mantenere i sindaci che già aveva

Basta pensare che – per ammissione dei massimi centri di sondaggistica: Tecnè, Swg, che anche stavolta a far perdere il centrodestra – se proprio di sconfitta si vuol parlare, visto che l’unico vero successo del centrosinistra è stato quello di mantenere i sindaci di Bologna, Milano e Napoli, dovendo, però ricorrere al ballottaggio per Roma, Torino e Trieste, con il centrodestra nettamente in testa sia a Roma che a Trieste; mentre la Calabria ha confermato (così come è successo in tantissime città e non solo quelle minori) la sua preferenza per il centrodestra chiamando il forzista Occhiuti a sostituire la defunta Jole Santelli.

A conti fatti, quindi, Pd e gli evaporati grillini, possono continuare a cantare vittoria ma chi ha vinto o perso davvero lo si saprà soltanto dopo i ballottaggi. Per ora sembra aver stravinto il centrosinistra, ma l’appuntamento del 17 e del 18 ottobre potrebbe consentire al centrodestra di recuperare. Checchè ne dicano Letta e Conte. Resta il fatto però che il centrodestra ha perduto una grandissima occasione e per questo deve ringraziare se stesso e i propri errori. Soprattutto a Napoli e Milano.

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