Il ddl Zan «siamo gli unici a volerlo salvare. L’ipocrisia di chi urla sui social, ma sa che al Senato non ci sono i numeri è la vera garanzia dell’affossamento della legge». Parola di Matteo Renzi che lo ha affermato in un’intervista a ‘Repubblica‘ in cui ribadisce la posizione di Italia Viva sulla legge contro l’omofobia che il Senato dovrebbe calendarizzare per il 13 luglio prossimo.
«Se al Senato non ci sono i numeri preferisco fare una buona legge modificando qualcosa» per salvarla. «In Italia, come noto, c’è ancora il bicameralismo: finché non cambia la costituzione, il voto del Senato serve. Se poi vogliamo abolire il bicameralismo, io sono favorevole da sempre. Ci ho perso la poltrona per quella battaglia, non ho cambiato idea» affera Renzi.
Ddl Zan, Renzi: «Se andiamo sotto, è una legge morta»
«Se andiamo sotto su un emendamento a scrutinio segreto, questa legge è morta e ne riparliamo tra anni – avverte l’ex premier – . E quanti ragazzi gay soffriranno per la mancanza di questa legge? Voglio evitare questo rischio. Ma per fare le leggi servono i voti dei senatori, non i like degli influencer».
«Chi vuole una legge trova i numeri, chi vuole affossarla trova un alibi», dice ancora Renzi: «Vedremo se la Lega si tirerà indietro. Per ora la questione è sempre la stessa, il contrasto tra massimalisti e riformisti. I massimalisti fanno i convegni, i riformisti fanno le leggi. Preferisco un buon compromesso a chi pensa di avere ragione solo lui ma non cambia le cose».
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