Draghi detta la linea sulle riaperture: «Approccio graduale». Oggi il voto sulle mozioni ma Lega e Fi rischiano l’isolamento

Un approccio graduale che tenga conto del quadro epidemiologico. Mario Draghi cerca di disinnescare la potenziale bomba sulla strada del governo o quanto meno del sereno procedere del suo Esecutivo. Infatti, l’ampia maggioranza e i numeri notevoli rendono alquanto improbabile una crisi. Ma ciò non esclude che il suo percorso possa subire dei rallentamenti se non incontrare delle salite.

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E così il premier Draghi cerca di sminare il campo il giorno prima della votazione delle mozioni su riaperture e coprifuoco, che si terrà oggi in Senato. Un confronto tutto interno al centrodestra con la restante parte della maggioranza, ad eccezione anche di Italia Viva pure lei in campo con una sua mozione, ad osservare.

Come detto, però, Draghi una mossa l’ha voluta fare prendendosi la scena alla Camera dei deputati in occasione del primo premier time, spiegando che «il governo intende adottare un approccio graduale e allentare le restrizioni a seconda dell’andamento epidemiologico e della campagna vaccinale». Non solo perché per il presidente del Consiglio «dobbiamo però essere attenti a bilanciare le ragioni dell’economia con quelle della salute».

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Parole che non suonano come novità e che piuttosto rispondono a una logica che in più di un’occasione il premier ha ripetuto e ribadito. Certo però che dette il giorno prima del voto sulle mozioni, e in particolare di quella del centrodestra di governo dove per l’appunto si chiede di anticipare le riaperture previste per giugno e luglio, significa disconoscerla o quanto meno disinnescarla.

E non è un caso che in serata Matteo Salvini debba limitarsi a dire che «mi basta che si riapra, anche oggi sono usciti in 600 dagli ospedali. Mi sembra che ogni giorno che passa sia un giorno perso. Aspettiamo la riunione di lunedì per qualcosa di concreto».

Insomma, messa così la mozione del centrodestra si avvia verso un binario morto visto che non avrà il sostegno della restante parte della maggioranza, quella giallorossa, che forte delle parole di Draghi avrà buon gioco a sfilarsi concentrando l’attenzione alla cabina di lunedì prossimo nella quale saranno decise le prime misure di allentamento. Misure che, chiaramente, non saranno decise sotto l’impulso di una mozione, peraltro guidata dalla Lega di Salvini.

Ed a sua volta il leader leghista non può pensare di uscire dal vicolo cieco nel quale si è messo, pensando di raggiungere i numeri necessari per far approvare la propria mozione accordandosi con Fratelli d’Italia, che a sua volta è in campo con la sua mozione battezzata “Libertà e riaperture”. Accordo che rischierebbe di spaccare la maggioranza imponendole una mozione approvata con i voti di un partito che non passa giorno ad attaccare il governo. Comunque, se ne parlerà oggi pomeriggio quando sarà terminato l’esame dell’ultimo dl Covid del primo aprile, che è slittato a questa mattina.

Dal canto suo Fratelli d’Italia continua ad essere premiata sul piano della strategia politica. Sta sfruttando a pieno il suo ruolo di opposizione, rappresentando una vera spina nel fianco del governo e dello stesso centrodestra. Anche se la sua mozione non troverà i numeri ancora una volta ha messo alle strette Esecutivo e maggioranza, per non parlare degli alleati di centrodestra. La mozione, infatti, ha avuto il merito di mettere sulla difensiva tutti e spingere lo stesso Draghi in Aula a delimitare per oggi il campo del politicamente lecito e illecito. Tanto che in molti si chiedono quale sarà la prossima iniziativa.

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Per il momento si vota, mentre lunedì la maggioranza cercherà di trovare una sintesi che accontenti tutti, ma che comunque rientri in quel perimetro indicato dal premier Draghi. Senza dubbio, però, chi pensava già questa settimana di aprire ed avviare il percorso verso la normalità, magari intestandoselo, rimarrà deluso. Draghi ha confermato di avere ben saldo il timone in mano e che la rotta la indica lui. Non una buona notizia per Salvini che pensava di poter massimizzare dalla sua strategia di lotta e di governo.

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