L’intervista | Torre Annunziata, Ammendola: «Puc? Preliminare in primavera, ritardi per scarsità di risorse»

di Mauro Della Corte

Anche in tempo di Covid-19 le amministrazioni devono necessariamente portare avanti le iniziative indispensabili per consentire ai cittadini una migliore qualità della vita e quindi un maggior benessere. Una di queste iniziative è il Puc, piano urbanistico comunale, che a Torre Annunziata (in provincia di Napoli) non è ancora completato e quindi tutto ruota ancora attorno al Piano regolatore del 1982. Abbiamo deciso di parlarne con il vicesindaco con delega ai lavori pubblici Luigi Ammendola.

Vicesindaco, iniziamo dal piano urbanistico, a che punto è?
«Siamo in fase di completamento del preliminare»

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Ma ce la farà entro il 31 dicembre, termine stabilito dalla Regione Campania?
«Assolutamente no, abbiamo un ritardo dovuto a carenza di personale strutturale dell’ente che ha gravi problemi di natura economica che non ci consente di esternalizzare questo lavoro. Dobbiamo arrangiarci con quello che abbiamo cercando di fare il massimo e nessuno nasconde che vi sia un ritardo sulla realizzazione del Puc».

Ma non dovrebbe scattare il commissariamento se non vengono rispettati i tempi?
«Se succederà ci regoleremo di conseguenza, più di questo non possiamo fare. Siamo rimasti appena con 2 architetti e un ingegnere all’ufficio tecnico, con tutti i problemi che ha una città come Torre Annunziata e non esiste solo il Puc ma anche tanti atti indispensabili al funzionamento della città. Sicuramente il Puc è uno degli atti più importanti ma c’è anche l’ordinario, ci sono i privati che chiedono di fare lavori, ci sono opere pubbliche da portare avanti e i tecnici sono sempre gli stessi. Alcuni lavorano anche fino a tarda sera. Più di quello che gli sto chiedendo di fare non posso»

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Non era stato dato un incarico annuale del supporto al Rup, all’architetto Cerino, come tecnico esterno?
«Abbiamo dato l’incarico finalizzato al raggiungimento di almeno il preliminare».

Che è in fase di completamento
«Sì, l’incarico che gli è stato affidato era comunque finalizzato al raggiungimento di un obiettivo. In passato forse venivano elargiti incarichi senza poi raggiungere obiettivi, sotto altre gestioni, non sotto la nostra. I ritardi accumulati sono dovuti anche alla questione Covid che non ci consente di lavorare in presenza».

Altri comuni però l’hanno fatto, tipo Castellammare di Stabia.
«Castellammare di Stabia però sta lavorando da anni e sono arrivati ad approvare in giunta un preliminare. Io non ho detto che non abbiamo responsabilità. Noi abbiamo delle grosse responsabilità. L’intera classe politica che si è alternata negli ultimi 30 anni ha grosse responsabilità perché il Puc non lo scopriamo oggi».

Che tempi ci sono per il preliminare?
«Considerando che dicembre già è andato, contiamo di arrivarci in primavera. Abbiamo bisogno di almeno altri due/tre mesi. Conto di avere il lavoro molto prima dell’estate quindi vorrei approvarlo in primavera. Speriamo che passi in fretta anche questo periodo perché ci stanno dando una grossa mano anche i tanti giovani molto che sono arrivati con il piano della Regione Campania a cui abbiamo aderito. Purtroppo però il fatto che anche loro sono stati messi in smart working ci sta comunque rallentando».

Siccome la legge prevede che dopo l’adozione del Puc e in vista della sua definitiva approvazione non è possibile fare interventi in variante al piano regolatore e visto che negli ultimi tempi di interventi in variante ne sono stati presentati diversi, viene il sospetto che si preferisca prima completare tutti questi interventi in variante e poi solo dopo passare al Puc.

Non funziona proprio così, quando avremo approvato il preliminare e fino a quando non avremo approvato il Puc non si potranno fare ulteriori varianti ma è chiaro che noi all’interno del Puc, stiamo già inserendo un lavoro che è già stato fatto e a quel punto non ci sarà più la necessità di intervenire in variante.

Di interventi in variante, però, ne sono stati presentati diversi
Certo, noi abbiamo un piano regolatore del 1982, tra l’altro, intercomunale – almeno noi ce l’abbiamo, altri no – ma è chiaro che quel piano regolatore è nato in un contesto diverso, dall’82 ad oggi è cambiato il mondo e sono mutate anche le esigenze. Le varianti esistono anche per questo. E si badi bene che le varianti non sono illegali e sono previste dalla legge».

Per quanto riguarda la riqualificazione di via Vincenzo Rocco e  i cinque ambiti progettuali compresi sotto quella voce (ampliamento rampa Nunziante, rifacimento Villa Comunale, collegamento Via dei Mille Villa parnaso, penetrazione porto scavi, rifacimento darsena pescatori) a che punto siamo?

«Abbiamo affidato affidato il lavoro di progettazione e i progettisti stanno lavorando e appena possibile ci porteranno un qualcosa. Dalla firma del contratto hanno 120 giorni per portarci il lavoro terminato. Sarà anche questa un’opera importante di programmazione».

Ci sono ritardi? L’assegnazione dei lavori di progettazione è stata fatta il 20 febbraio
«L’assegnazione sì ma ci sono stati dei problemi di natura assicurativa, per la società affidataria, che sono stati risolto da un mese, un mese e mezzo, quindi e stanno lavorando sugli ambiti che sono stati individuati e quanto prima ci porteranno in cassa un po’ d’idee. Da quando si appalta un lavoro fino a quando non si firma un contratto possono passare anche dei mesi, purtroppo la burocrazia non dipende sicuramente da me. Uno dei problemi che ammazza l’Italia è proprio la burocrazia che va necessariamente semplificata.

Per azzerare i ritardi che ci sono nella macchina comunale cosa si può fare?
Bisogna sperare che venga completato presto il concorsone e che questi 70 ragazzi che stanno facendo il tirocinio presso l’ente vengano stabilizzati. A quel punto i ritardi li abbatteremo spero del tutto. Purtroppo senza personale noi paghiamo un ritardo molto alto in termini di tempo. In questo momento, di sabato e di domenica ci sono tecnici comunali e architetti che stanno lavorando per un bando che dobbiamo presentare lunedì.

3,5 milioni e passa di fondi della città metropolitana per scuole e strade che sono stati persi, come ha ammesso il sindaco, per aver presentato in ritardo i progetti
«Non sono stati persi, sono stati spostati sull’annualità 2021. Sono fondi che non utilizzati nel 2019, che sono stati traslati nel 2020 e adesso andranno al 2021, è chiaro che,avendo già pronti i progetti avremmo potuto inviarli – a differenza di altri comuni che non hanno presentato proprio niente e che hanno perso totalmente i fondi – nei giorni prestabiliti».

«Purtroppo – continua – c’è stato chi ha ritenuto erroneamente di poter non rispettare quel termine perché a suo parere, non perentorio. Di conseguenza, li abbiamo mandati con due giorni di ritardo. Va detto anche che, avendo i progetti, che il termine fosse perentorio o meno, non c’era alcuna ragione di aspettare per inviarli. E’ stato un errore ma non possiamo fucilare i funzionari che l’hanno commesso questo errore. Francamente, però, dopo aver lavorato per mesi su questi progetti rimane ancora di più l’amaro in bocca per l’accaduto.

«Un errore – sottolinea Ammendola -, reso ancora più incomprensibile dal fatto che avevamo mandato tutte le schede nei termini prestabiliti. La progettazione, quindi, i file materiali con le schede tecniche sono arrivate 2 giorni dopo, perché il tecnico aveva assicurato che il termine non era perentorio e ha sbagliato. Ma non mi sento di condannarlo perché sono persone che hanno dato l’anima. Ma “piangere sul latte versato è inutile”, per cui abbiamo fatto un lavoro con la Città metropolitana, che si assunta l’impegno che quei fondi verranno traslati nel maggio del 2021, da parte nostra, nel frattempo, abbiamo rimandato i progetti».

A proposito del parcheggio di via Zampa, il cui studio di fattibilità è appena arrivato in consiglio, c’è da rilevare che già dal 2006 si è in presenza di una sentenza che sanciva l’esistenza di abusi e qualcuno si sarebbe dovuto preoccupare di emettere ordinanza di abbattimento. C’è da chiedersi allora perché il Comune non è partito da quell’ordinanza, visto che l’abuso andava sanato a prescindere dall’interesse per la realizzazione del parcheggio?

«Noi ne siamo venuti a conoscenza quando abbiamo iniziato a studiare le carte della zona. Sono di Torre, ogni tanto passavo di lì e guardavo quella struttura fino a quando con il problema endemico dei parcheggi abbiamo deciso di vedere di cosa si trattava. Tirate fuori le carte abbiamo visto che per questo problema non era mai stata emessa ordinanza di demolizione e abbiamo attivato l’iter burocratico previsto dalla norma. L’ordinanza è stata emanata a maggio del 2020 e i proprietari hanno ripristinato e demolito le opere entro i 120 giorni».

Come mai la delibera di giunta prevede sia i costi per l’esproprio del terreno e i costi di demolizione
«Nello studio di fattibilità bisogna prevedere tutte le voci possibili e immaginabili, se loro avessero ripristinato noi avremmo speso solo i soldi per l’esproprio, se non avessero ripristinato non avremmo speso i soldi per l’esproprio ma avremmo speso solo i soldi per la demolizione. Quello è un quadro economico di previsione, non quello che realmente andrai a pagare. Quello che realmente andremo a pagare lo vedremo adesso in fase di progettazione definitiva. Solo allora avremo un quadro chiaro».

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