Degli attuali sette membri della giunta comunale di Torre Annunziata soltanto uno è una donna, l’assessora al Bilancio e al Patrimonio Emanuela Cirillo. Per la legge 56/2014 le donne in giunta dovrebbero essere, invece, almeno tre (Nelle giunte dei comuni con popolazione superiore a 3.000 abitanti, nessuno dei due sessi può essere rappresentato in misura inferiore al 40 per cento, con arrotondamento aritmetico).
Un mancato rispetto della parità di genere che ha avuto inizio lo scorso 5 ottobre con le dimissioni dell’assessora all’Istruzione e alla Cultura Roberta Colomba Ramondo ed è stato reso ancor più evidente dalla sostituzione, avvenuta qualche giorno fa, dell’assessora alle Politiche Sociali Martina Nastri, anche lei dimissionaria, con il consigliere comunale di Generazione 2.0 Luigi Cirillo.
Stante questa condizione, se i decreti sindacali di rideterminazione del numero degli assessori municipali e di nomina di Luigi Cirillo dovessero essere impugnati dinanzi alla giustizia amministrativa le conseguenze per l’amministrazione comunale potrebbero essere pesanti.
Infatti, a meno che (come precisato in passato dal Consiglio di Stato) il sindaco non sia in grado di provare adeguatamente l’effettiva impossibilità di assicurare nella composizione della giunta la presenza dei due generi nella misura stabilita dalla legge, l’esecutivo cittadino rischierebbe di essere dichiarato illegittimo e gli atti da esso adottati durante il periodo di inosservanza delle quote rosa (sono già dieci, tra cui una richiesta di finanziamento di opere pubbliche che il Vicesindaco Ammendola ha già messo in vetrina) potrebbero essere anche annullati. Senza considerare le ingenti spese legali a cui l’ente andrebbe incontro per resistere in un eventuale giudizio.
Il punto è che, oltre alle donne in giunta, pare che manchino pure le adeguate giustificazioni della loro assenza nell’organo. Ad esempio, per la casella occupata da Generazione 2.0 è andata in scena l’ennesima staffetta tra soggetti che nel 2017 si candidarono in quella lista, stavolta finalizzata all’ingresso in consiglio comunale del primo dei non eletti, Michele Avitabile (detto Cartapiena). Insomma, una manovra che appare dettata, più che altro, da precise logiche politico-elettorali.
Il vero problema sembra essere, in realtà, la crisi interna alla maggioranza del sindaco di Torre Annunziata Vincenzo Ascione. Una crisi che si trascina da tempo e che dovrebbe essere risolta dal primo cittadino con un rimpasto di giunta ma, tra chi pare che spinga per diventare assessore (e i rumors parlano solo di uomini) e chi sembra che non voglia lasciare la carica, l’incastro di tutte le tessere del puzzle gli deve riuscire, evidentemente, difficile. In questo scenario, il necessario rispetto della parità di genere ha finito per diventare un’ulteriore complicazione del quadro.
Intanto, però, o si evita la deliberazione di atti che potrebbero essere dichiarati viziati oppure, com’è auspicabile, si provvede a sanare questa situazione alla svelta. Anche perché, prim’ancora che di potenziale contesa legale da scongiurare, il rispetto della parità di genere dovrebbe essere innanzitutto una questione di sensibilità.
Claudio Bergamasco
Presidente dell’Associazione politico culturale
La paranza delle idee
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