Il virus del Pensiero Unico Globale ha contagiato la politica e la Chiesa

Viviamo tempi difficili, il governo si arrabatta nel tentativo, raffazzonato e maldestro, di fronteggiare la pandemia del Covid-19, senza trovare soluzioni adeguate. Nel marasma generale, diventa sempre più forte la sensazione che ci si trovi già impigliati in una sorta di dittatura sanitaria che tenta di ammutolire l’universo mondo attraverso il terrore mediatico. A sentire le cifre della pandemia, snocciolate ad ogni ora del giorno e della notte, sembra un miracolo che ci sia gente ancora in vita. Evidentemente la pandemia “percepita” non ha niente a che vedere con quella reale.

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Conte ha ripreso la serie dei suoi DPCM e le videoconferenze, talora in veste di predicatore televisivo, talaltra in veste di venditore di pentole che promette ricchi premi e cotillons per gl’italiani che faranno i bravi. Abile nel gioco delle tre carte, fa comparire e scomparire soldi che non ci sono, come i famigerati finanziamenti europei. È passato dalla potenza di fuoco, che non c’è mai stata, ai ristori con soldi già impegnati e che avrebbero già dovuto essere spesi per fronteggiare la crisi. Se nella prima ondata pandemica non ha ottenuto risultati apprezzabili, nella seconda c’è poco da sperare.

Però, ha scoperto che la paura può essere un facile metodo di governo e ci marcia sopra, per non essere disarcionato dalla sua stessa litigiosa maggioranza. Sia benedetta la pandemia. Ma le categorie economiche, massacrate dai suoi provvedimenti, non ce la fanno più e rumoreggiano in tutte le piazze d’Italia. Non ci cascano più nei suoi annunci e nelle sue promesse. Per loro, il rischio di morire di fame è più concreto di quello di morire di coronavirus.

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Il parlamento, ormai privo di qualsiasi credibilità, preferisce occuparsi di jus soli e di omotransfobia. Vere priorità in questo momento storico! Come se non bastasse, papa Francesco ci mette il suo carico da undici. Particolarmente incline ad épater le bourgeois, non smette mai di stupire con le sue uscite fuori dal vaso.

Nella sua versione ‘catto-islamica’ non fa che predicare l’accoglienza e il diritto dei migranti ad invadere l’Europa ed in particolare l’Italia. Con ciò ponendosi in netta antitesi col suo predecessore che poneva l’accento sul «diritto a non emigrare».

Nella sua ultima lettera enciclica, Fratelli tutti, Bergoglio ribadisce che occorre «garantire l’assistenza e l’accoglienza dei migranti», che non devono essere visti come «pericolosi o inutili». Non è pericolo, quindi, anzi è utile importare migranti clandestini, tra i quali non mancano spacciatori, prostitute ed anche terroristi, come confermano gli ultimi attentati in Francia.

Ricorda, inoltre, che, nel suo incontro con il Grande Imam Ahmad Al-Tayyeb, si è convenuto di dichiarare «fermamente – che le religioni non incitano mai alla guerra e non sollecitano sentimenti di odio, ostilità, estremismo, né invitano alla violenza o allo spargimento di sangue». Sfugge ad entrambi che direttamente il Corano prevede tutt’altra condotta: «Uccidete gli idolatri dovunque li troviate, prendeteli, circondateli, appostatevi ovunque in imboscate». (sura 9,5).

Qualcuno che ritiene di dovere applicare alla lettera gli incitamenti coranici, c’è sempre e può tranquillamente sbarcare a Lampedusa per venire a sgozzare qualche cristiano nelle chiese d’Europa. Poi ci sarà il politico di turno, come il sindaco di Nizza, che chiederà di chiudere le chiese anziché i porti e sproloquierà di islamo-fascismo. In questi casi, il fascismo è un ingrediente irrinunciabile. Fin qui s’è detto del Bergoglio in versione “catto-islamica”, ma c’è un’altra versione, poco compatibile con la prima, che potremmo definire “catto-gay”.

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Che il papa non abbia letto il Corano è cosa poco credibile, e dovrebbe sapere che idolatri e gay sono poco graditi ad Allah, ma in quanto Capo della Chiesa di Roma conosce molto bene la dottrina cattolica e non può forzarne l’interpretazione fino a snaturala.

Cominciò a stupire dicendo «Chi sono io per giudicare un gay?». Gli è sfuggito, in quel momento, di essere il papa, cioè la guida spirituale dei cattolici che ancora credono nei testi sacri. Non è stato un caso isolato, e tante altre volte si è lasciato andare in affermazioni simili, fino alle ultime dichiarazioni in occasione della presentazione del documentario Francesco, del regista omosessuale Evgeny Afineevsky, festeggiato in Vaticano con una torta di compleanno consegnatagli direttamente dal papa e col premio cinematografico “Kinéo Movie for Humanity Award”, alla presenza di un vasto assortimento di prelati e di omosessuali di rango.

Ma veniamo alle parole del papa: «Gli omosessuali hanno diritto di essere una famiglia. Sono figli di Dio e hanno diritto a una famiglia». Difficile non leggervi il tentativo di andare oltre la semplice legittimazione delle coppie omosessuali, lasciando prefigurare anche il diritto di costituirsi in vera famiglia. Siamo già nell’anticamera dell’adozione e persino dell’utero in affitto. Non a caso si è meritato l’incondizionata approvazione di Niki Vendola.

Ma, pur non volendo estremizzare, non si può dubitare del fatto che il papa ama i gay: «Che tu sia gay non importa. Dio ti ha fatto così e ti ama così e non mi interessa. Il papa ti ama così. Devi essere felice di ciò che sei». La sodomia diventa così praticabile e fonte di felicità. Alla faccia della punizione divina caduta su Sodoma e Gomorra.

Il papa non può non sapere che nel Levitico sta scritto: «Non avrai con un uomo relazioni carnali come si hanno con una donna: è cosa abominevole» (18,22).

Non può ignorare San Paolo che rincara la dose: «Perciò Dio li ha abbandonati a passioni infami: infatti le loro donne hanno cambiato l’uso naturale in quello che è contro natura; similmente anche gli uomini, lasciando il rapporto naturale con la donna, si sono infiammati nella loro libidine gli uni per gli altri commettendo uomini con uomini atti infami…» (Lettera ai Romani 1:26-27). Si è ben lontani dall’invito ad essere felici.

Evidentemente i testi sacri sono andati a farsi benedire e il virus della pandemia e il virus del politicamente corretto sembrano agire di concerto, contagiando la politica e la religione in ossequio al nuovo Verbo del Pensiero Unico Globale.

In un prossimo futuro, magari con la benedizione papale, avremo leggi che faranno impallidire persino Eliogabalo, l’imperatore romano che, nella sua breve vita, si concesse quattro mogli e due mariti, e che avrebbe voluto farsi donna, ma non trovò il chirurgo giusto. I Romani, notoriamente omotransfobici, lo ammazzarono e lo buttarono nel Tevere.

Nuccio Carrara
Già deputato e sottosegretario
alle riforme istituzionali

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