Fratelli d’Italia in presidio per i lavoratori. Meloni: «Da governo risposte insufficienti»

Un presidio permanente a sostegno dei lavoratori colpiti dall’ultimo Dpcm. E’ quello che da giorni ha organizzato Fratelli d’Italia in centro a Roma, a due passi dalla Camera e dal Senato, e che sta vedendo alternarsi parlamentari per dare voce e solidarietà a quei tanti cittadini piegati dalla crisi economica prodotta dalle serrate imposte dal governo Conte.

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Ieri è tornata a far visita al presidio di nuovo Giorgia Meloni, per rilanciare con forza il tema di quei tanti ristoratori, gestori di palestre che dopo tanti sacrifici per mettersi a norma adesso si trovano a rimanere chiusi, vedendo così aggravarsi giorno dopo giorno la loro condizione economica. «Qui centinaia di persone in piazza al presidio permanente organizzato per dare voce alle tante categorie massacrate dai decreti Conte e ai milioni di italiani che chiedono risposte» ha detto Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia.

«E’ la dimostrazione che i violenti non sono l’unica forma di protesta, ha continuato la Meloni. Ci sono milioni di persone che vogliono raccontare le loro difficoltà e che chiedono di essere ascoltate. FdI lo fa, speriamo che un giorno lo faccia anche la maggioranza».

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Sotto accusa per Giorgia Meloni anche le ricette economiche del governo per fronteggiare la situazione attuale: «ll decreto Ristori che abbiamo visto presentato nei giorni scorsi ha dato una risposta totalmente insufficiente sul quale il governo ha mentito. Per contrastare i contagi occorreva potenziare i mezzi pubblici che non sono pieni la sera dopo cena. Questo governo è incapace e scarica le sue mancanze sui ristoratori e sulle persone innocenti che lavorano».

Giorgia Meloni
Giorgia Meloni

Meloni: «Mettere in sicurezza le fasce di popolazione più esposte, non chiudere i ristoranti»

Per Fratelli d’Italia la nuova ondata andava gestita in maniera diversa e, come fa notare Giorgia Meloni, mettendo «in sicurezza le fasce più esposte: FdI lo propone da qualche mese. Se i dati sono veri e lo conferma l’Istituto superiore di sanità, perché non aiutiamo le persone a maggior rischio a non uscire di casa garantendo assistenza domiciliare? Non possiamo partire da lì invece che chiudere alle 18 i ristoranti? E poi perché non consentire alle farmacie di fare i tamponi e i test sarebbe stato così difficile? A me pare una proposta di buon senso».

Insomma, «questo governo prima va a casa e meglio è, ma noi siamo patrioti e vogliamo dare una mano all’Italia. Noi continueremo a fare le nostre proposte, ma questa non è una emergenza, è una calamità, anzi sono due: il virus e il governo Conte» incalza Giorgia Meloni.

Ieri nuovi scontri. A Firenze bombe molotov contro la polizia e 12 fermati

Nel frattempo, a conferma della situazione pesante, ennesima manifestazione terminata in scontri. Stavolta teatro di questi disordini la città di Firenze con tre o quattro bombe molotov lanciate contro la polizia durante i tafferugli e con ben 12 persone fermate dalle Forze dell’Ordine. Ormai non si contano più gli scontri che si susseguono su tutto il territorio nazionale, a conferma di una situazione che sembra essere sfuggita di mano.

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Roberto Gualtieri e Giuseppe Conte

Sul fronte del governo, oltre ad aver confermato il rinnovo della cassa integrazione straordinaria e il blocco dei licenziamenti fino a marzo, si assiste con apprensione all’evolversi del quadro epidemiologico. Ma almeno fino al 4 novembre, data in cui il presidente Conte sarà in Parlamento per le sue comunicazioni sullo stato della situazione (stavolta ci sarà un voto dell’Aula), non dovrebbe essere presa alcuna decisione. Anzi è possibile che quella sia la data in cui potrebbe essere decisa una nuova stretta, ma tutto dipenderà alla curva dei contagi.

Governo conferma Cig e blocco licenziamenti e attende il 4 novembre per ulteriori misure

A Palazzo Chigi si spera che le misure messe varate domenica scorsa possano produrre quel rallentamento e quindi risultare efficaci. Altrimenti l’ipotesi iniziale sarebbe quella di disporre mini lockdown, cioè zone rosse in quelle località dove il contagio si presenterebbe più diffuso e incontrollato. E soltanto dopo prevedere un lockdown nazionale.

Oggi nuovo vertice sulla scuola, ma IV avverte: «Nessuna chiusura senza dati certi e le Regioni non vadano per conto loro»

Ma, almeno per il momento, qualsiasi decisione è rinviata. Lo conferma anche il vertice terminato a tarda notte sulla scuola tra Conte, la ministra Azzolina e i capidelegazione della maggioranza. Nessuna chiusura della scuola se prima non saranno disponibili dati più certi e chiari. Comunque per oggi è prevista una nuova riunione per fare il punto della situazione, ma Italia Viva è irremovibile: «Chiusure soltanto su dati certi ed evitare che le Regioni vadano avanti in ordine sparso».

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