Concorso Penitenziaria 2019, l’appello dei candidati: «Bonafede rispetti i nostri diritti»

di Domenico Ferlita

Alla luce dei recenti avvenimenti di cronaca avvenuti negli istituti penitenziari italiani (come le rivolti nelle carceri di Benevento e di Santa Maria Capua Vetere) i partecipanti al concorso del 2019 per agenti di Polizia Penitenziaria alzano la loro voce e in una missiva chiedono interventi concreti al Governo.

«Siamo i candidati – si legge nella missiva – del concorso per l’arruolamento di 754 allievi agenti di Polizia Penitenziaria e da tempo chiediamo le assunzioni straordinarie mediante l’ampliamento dei posti rispetto alle circa 1.500 unità che sono stati già convocati alle visite. Ci siamo dimostrati sin da sempre vicini a questo Corpo dello Stato lasciato per molto tempo abbandonato ed assistiamo ogni giorno a episodi di violenza, aggressioni, suicidi, minacce nei confronti dei cosiddetti eroi silenziosi».

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«La nostra – continua la nota – è una procedura concorsuale ancora aperta e che ancora non conosce la parola fine e, vista la temporanea impossibilità di indire un nuovo bando di concorso continuiamo a chiedere uno scorrimento della graduatoria degli idonei ai quiz. Siamo stanchi delle attese e di partecipare indirettamente a questo scempio che si verifica all’interno degli istituti penitenziari italiani».

«Abbiamo avuto modo di apprendere la notizia della rivolta nel carcere di Benevento, che ha portato al ferimento di cinque agenti, abbiamo assistito alla rivolta verificatasi qualche mese addietro nell’istituto di Santa Maria Capua Vetere, abbiamo appreso la notizia dell’evasione di due detenuti a Rebibbia e adesso è arrivato il momento di dire basta. La Polizia Penitenziaria ha sofferto e continua a soffrire la mancanza degli organici che, a causa del blocco delle procedure concorsuali e quindi alle mancate assunzioni si fa sempre più pesante. Abbiamo ricevuto sin da subito l’appoggio e il sostegno delle organizzazioni sindacali e di alcune forze politiche, tra cui Lega e Fratelli d’Italia, che ringraziamo sentitamente» affermano i partecipanti al concorso.

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«Inoltre – sottolineano – siamo reduci da un’altra ‘ingiustizia’ scaturita dopo l’approvazione del Decreto Rilancio che ha autorizzato l’assunzioni di sole 650 nuove unità, escludendo l’aliquota militare. Chiediamo, infatti, il ‘vero’ scorrimento con lo sblocco delle graduatorie civili e militari e ci attendiamo delle risposte immediate da parte del Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, allo scopo di ottenere il riconoscimento di un nostro diritto che ci viene negato da tempo».

«Siamo ragazzi che alla prima prova preselettiva abbiamo riportato dei voti alti, ovvero, al di sopra del nove e con la nostra determinazione e la voglia di fare abbiamo dimostrato in questi mesi di essere degni di far parte di questo Corpo. Ci siamo detti subito pronti ad avviare questa carriera e servire lo Stato. La Polizia Penitenziaria non può più aspettare e ha bisogno di noi» concludono i ragazzi, con la speranza che la loro voce possa arrivare agli organi competenti e vedere finalmente realizzato il loro sogno.

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