Migranti, 58 positivi a Lampedusa. Musumeci: «Pronti a rivolgerci alla magistratura»

di Mauro Della Corte

Continua il duello a distanza tra il governatore della Sicilia, Nello Musumeci, e il Viminale sulla gestione dei migranti. Questa mattina il governatore ha attaccato nuovamente il Governo affermando che «c’è chi parla di codicilli, di ordinanza legittima o nulla. Intanto, stanotte si sono confermati 58 positivi a Lampedusa. E altri tamponi arriveranno in giornata per l’esito, al secondo controllo che ho disposto». «Ulteriore dimostrazione – ha detto ancora Musumeci – che la mia ordinanza interviene su materia sanitaria e non sulla politica migratoria. Dal Viminiale attendiamo risposte, non altro».

Migranti, Musumeci: «Oltre 7mila migranti a luglio, 3mila ad agosto»

«Invece di rispondere con atti concreti sull’emergenza immigrazione – ha spiegato Musumeci questa mattina in conferenza stampa -, il governo centrale trova la soluzione: creiamo campi di concentramento, che chiamano tendopoli in un deposito militare a Vizzini, abbandonato da anni. Ci troviamo con tende che ci ricordano luoghi e scene da dimenticare assolutamente». «I numeri sugli sbarchi in Sicilia sono impressionanti: solo a luglio sono arrivati 7.067 migranti; a metà agosto, oltre 3mila arrivi. Lo scorso anno nell’intero mese di agosto i migranti sono stati in totale 1.268; a luglio, 1.088» ha sottolineato.

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Il presidente della Regione Siciliana ieri, in un’ordinanza, aveva stabilito che «tutti i migranti presenti negli hotspot e in ogni centro di accoglienza della Sicilia» dovessero «essere improrogabilmente trasferiti in strutture fuori dall’isola» entro la mezzanotte di oggi. MA dal ministero dell’Interno è arrivato lo stop alla decisione della Regione. Fonti del Viminale hanno fatto sapere che la competenza sulla gestione degli immigrati appartiene allo Stato e un’ordinanza regionale non può incidervi.

«Sono soggetto attuatore per l’emergenza Covid-19» ha replicato Musumeci nella conferenza di oggi. «Ho il diritto – dice – e dovere di agire per ciò che avviene dentro e fuori gli hotspot? A meno che non siano zona franca, come le ambasciate. Noi ci stiamo occupando di emergenza sanitaria, non di migranti. Non ci interessa chi c’è li dentro, ma le condizioni in cui stanno queste persone. Se la competenza sanitaria è dello Stato, allora lo Stato è fuorilegge».

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«Cosa faremo alla mezzanotte, se i soggetti che sono chiamati a dare attuazione alla legittima ordinanza del presidente della Regione, non lo faranno? A noi rimarrebbe solo una strada: rivolgerci alla magistratura perché ci troveremmo di fronte a una palese omissione, con tutto quello che può determinare in un contesto di epidemia. Se il governo impugnasse la nostra ordinanza, faremo valere le nostre ragioni nelle sedi opportune» risponde.

«Se il governo dovesse venirci incontro – ha aggiunto – potrà chiederci 2-3-5-8 giorni di tempo per trovare la possibilità di ricollocare i migranti e di mettere i sigilli in tutti i centri di accoglienza».«Se non lo farà – ha concluso- li apporremo noi, e metteremo fine a questa indecorosa pagina della nostra Isola. La gente non ne può più e non possiamo accettare che questa gente venga trattata in maniera disumana».

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