Conte e la maggioranza alla prova di una settimana rovente

Per Conte tante spine: proroga stato di emergenza, scostamento di bilancio, Open Arms, legge elettorale, Mes e Recovery Plan

Clima rovente per il governo e la maggioranza con una settimana ricca di impegni e insidie. Messa nel cassetto la soddisfazione per l’accordo di Bruxelles, Giuseppe Conte deve fare i conti con una maggioranza sempre più con il fiatone e che giorno dopo giorno mostra limiti di tenuta.

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Come ha detto ieri a La Repubblica Matteo Renzi, il governo va avanti se fa cose. E di cose, cioè decisioni ce ne sono tante per Conte e la sua maggioranza. A partire dallo stato di emergenza. Se fosse stato per Giuseppe Conte la pratica sarebbe stata chiusa la scorsa settimana, nel CdM di mercoledì con l’allungamento dell’emergenza dal 31 luglio al 31 ottobre.

I distinguo nella maggioranza e le vibranti proteste delle opposizioni lo hanno spinto a passare per il Parlamento. A Palazzo Madama domani alle 16.30 e a Montecitorio il giorno dopo alle 9. Il Centrodestra è orientato a votare no, contrario ad un allungamento che non sarebbe giustificato dalle evidenze scientifiche. E Matteo Salvini e Giorgia Meloni promettono battaglia.

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Intanto, martedì Conte è atteso da un altro appuntamento: la prima riunione del Comitato interministeriale sugli affari europei (Ciae) che dovrà mettere la basi su quel Recovery plan necessario per richiedere i 209 miliardi. Conte, quindi, vuole fare la prima mossa. Una mossa governativa e non soltanto del premier, che perciò passi attraverso un coordinamento e coinvolgimento dei vari ministri.

Un modo per disinnescare le polemiche che si erano aperte immediatamente nella maggioranza su come e chi avrebbe dovuto gestire le risorse provenienti dall’Europa. Rimane però aperta la questione del coinvolgimento del Centrodestra e sul punto la costituzione della Bicamerale.

Il premier Conte non sembra essere contrario ad un coinvolgimento del Parlamento ma nella logica che comunque spetti al governo decidere e stabilire il percorso. Un atteggiamento in linea con il modo in cui Conte ha gestito tutta l’emergenza Coronavirus, lasciando al Parlamento un ruolo comunque minoritario.

dl Elezioni Senato
Maria Elisabetta Casellati

E vanno lette in questo senso le parole che ieri la presidente del Senato, Elisabetta Alberti Casellati, ha affidato a Il Messaggero in un’intervista in cui ha detto che “il Parlamento è diventato invisibile perchè è stato svuotato della funzione legislativa attribuita dalla Costituzione. Dall’inizio di questa legislatura il governo procede a suon di decreti legge, il più delle volte approvati con voti di fiducia e sempre più frequentemente esaminati solo da una Camera”.

Parole largamente condivise nell’opposizione ma anche all’interno della maggioranza, specie nel Pd che in molte occasioni si è sentito messo ai margini. Non è un caso che in Senato una delle due mozioni presentate sulla costituzione della Bicamerale per il Recovery porti la firma di un esponente Dem.

Sulla Bicamerale comunque oltre alla diffidenza di Conte pesa la questione dei tempi. Infatti, le riforme da sottoporre al vaglio dell’Ue devono essere presentate nell’autunno e la Bicamerale, se tutto va bene, potrà essere operativa da settembre. E considerando le logiche di funzionamento delle Commissioni parlamentari è difficile che riesca in tempo a presentare un lavoro finale.

Il Centrodestra da ConteComunque questo è un nodo che certamente peserà nei rapporti con il Centrodestra e che si lega a doppio filo con la votazione dello scostamento di bilancio prevista per mercoledì. L’obbligo di avere la maggioranza assoluta e i numeri zoppicanti al Senato impongono al governo di aprire un canale di confronto con il Centrodestra. Ecco perché un atteggiamento duro sulla Bicamerale potrebbe essere un viatico non positivo per il voto di mercoledì.

Nunzia Catalfo Coronavirus Decreto Aprile
Il ministro Catalfo

E il via libera allo scostamento è essenziale per mettere mano al decreto agosto, che il premier Conte vorrebbe varare già in settimana. In tutto 25 miliardi di cui quasi la metà serviranno per un pacchetto lavoro, che sta predisponendo la ministro Nunzia Catalfo, in cui dovrebbe trovare spazio la proroga del bonus da 600 euro per gli stagionali del turismo e i lavoratori dello spettacolo. Inoltre dovrebbe esserci il rifinanziamento o la proroga di tante misure anti-Covid già in vigore, ma anche diverse novità, dagli incentivi per le assunzioni ai fondi per gli enti locali.

Per il momento dal Centrodestra pochi sono gli spiragli. Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia chiedono di vedere prima le misure che il governo vorrà varare con il decreto. Nessun voto a scatola chiusa, continuano a ripetere dall’opposizione ma un pieno coinvolgimento. Altrimenti non ci sarà alcun voto a favore.

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Silvio Berlusconi Giustizia
Silvio Berlusconi

Una situazione che potrebbe diventare molto pericolosa per il governo che spera che almeno da Forza Italia possa arrivare un aiuto. E questo anche alla luce delle parole di Silvio Berlusconi al Corriere della Sera che nuovamente ha dato disponibilità a Conte su un possibile voto per richiedere il Mes.

Difficile, invece, che qualche aiuto possa giungere da Meloni e Lega. In particolare con quest’ultima la tensione è destinata ad aumentare visto che mercoledì il Senato sarà chiamato a dare il via libera al processo di Salvini su Open Arms. All’epoca in Giunta la maggioranza si era spaccata per la decisione di tre senatori di Italia Viva di non partecipare al voto e per la scelta dell’allora 5Stelle Alessandra Riccardi (ora passata alla Lega) di votare in dissenso con il suo partito. Vedremo cosa accadrà in Aula ma è certo che la tensione arriverà alle stelle.

Riguardo il Mes al momento il premier Conte non sembra voler aprire un confronto nella maggioranza, ben consapevole delle divisioni interne alla maggioranza e della ferma opposizione del M5S che su questo tema rischia l’implosione. Anche se qualcuno, e Renzi in maniera plateale su Repubblica, dice che prima o poi Conte sarà costretto ad aprire la discussione. E questo sia per la virulenza delle crisi economica che si abbatterà sull’Italia in autunno e anche per le complicazioni per accedere al Recovery Fund.

Ieri proprio Il Tempo spiegava quante e quali sono le condizionalità che rallentano il Recovery, senza parlare del ruolo dei singoli Stati e dei possibili freni che questi potrebbero mettere. Un quadro ben lontano dall’ottimismo entusiastico di Giuseppe Conte dei giorni scorsi. Ecco che, quindi, il ricorso al Mes potrebbe diventare quasi una tappa obbligata considerando anche che l’accesso ai fondi sarà possibile soltanto nella primavera del 2021.

Una decisione che potrebbe aprire nuove crepe nella maggioranza che, tra l’altro, deve fare i conti con quella sulla legge elettorale. Qui lo scontro è con i renziani che all’ultimo si sono sfilati dall’accordo interno all’area di governo su un proporzionale con sbarramento al 5 per cento. Una mossa che ha fatto saltare i piani del Pd che contava già oggi di portare la riforma in Aula alla Camera.  

Invece, la legge elettorale al momento è uscita dai radar di Montecitorio per tornarci probabilmente a settembre. Ma il Pd ha intenzione di fare un ultimo tentativo nella capigruppo di domani sera, chiedendo la calendarizzazione in Aula.

Un’insistenza secondo alcuni sospetta e volta piuttosto a certificare la rottura con i renziani, addossando a loro la responsabilità della situazione. Il che porterebbe come conseguenza il venire meno del vincolo di maggioranza e la possibilità di cercare altrove i numeri per la riforma. Primo fra tutti da Forza Italia che non vede male una riforma in senso proporzionale che darebbe al partito di Berlusconi libertà di manovra, sottraendosi alla morsa sovranista di Salvini e Meloni.

Ecco, perciò, gli ingredienti di questa settimana rovente a cui potrebbe aggiungersi anche il rinnovo delle presidenze delle Commissione parlamentari. Le votazioni fissate per metà luglio sono slittate fino ad oggi. Potrà essere questa la settimana giusta? In molti dubitano, sia perché l’accordo non sembra essere stato ancora raggiunto nella maggioranza, e sia perché questa non sembra essere la settimana più adatta. Meglio rinviare tutto a settembre, anche perché il menu di questa settimana è bello e abbondante.  

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