Durante il lockdown per il Coronavirus, il fiume Sarno sembrava tornato a nuova vita. Tanti avevano esultato vedendo foto e video del corso d’acqua, considerato il più inquinato d’Europa, ritornato limpido come non si vedeva da anni durante il periodo della chiusura totale. Ma son bastate 24 ore per veder svaniti i sogni di chi sperava. Di chi credeva nella redenzione delle aziende presenti lungo il Sarno, di chi sognava che queste ultime avessero capito il messaggio: senza di loro il fiume non era più malato. Malato di quel virus che in questo caso sono le persone incivili e gli imprenditori senza scrupoli. Ma tutto inutile. Le aziende hanno riaperto i battenti e l’inquinamento è riapparso nella acque del Sarno.
Sarno, Costa: «Carabinieri sul posto per individuare il colpevole»
«Al primo giorno di allentamento dei divieti e di riapertura delle aziende sono ricominciati gli sversamenti» ha sottolineato il ministro all’Ambiente Sergio Costa sui social. «In tantissimi mi avete mandato foto e video, e vi ringrazio: l’ho sempre detto che sono i cittadini le sentinelle del territorio». Il ministro ha annunciato di aver «attivato i Carabinieri del Noe per controlli e indagini in zona, indagini prontamente partite. Confermo quindi che tutti gli enti preposti sono sul posto per controllare e per individuare il colpevole».
«Come vi ho raccontato, in questo periodo di quarantena abbiamo monitorato, anche grazie all’attività dei Carabinieri e della Guardia Costiera, che ringrazio, lo stato delle acque e non possiamo tollerare che gente senza scrupoli riporti inquinamento e devastazione laddove la Natura stava riprendendo i suoi spazi» ha sottolinato. «Dobbiamo lavorare ventre a terra per far sì che il Post-Covid sia diverso» conclude il ministro.
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