Rinnovati i vertici delle Partecipate, sul nome di De Scalzi si divide il M5S

Il Mef ha confermato Francesco Starace sulla poltrona di amministratore delegato dell’Enel, Claudio Descalzi su quella dell’Eni, Alessandro Profumo alla Leonardo, e Matteo Del Fante in Poste. Per quanto attiene i presidenti: all’Enel arriverà Michele Crisostomo; all’Eni Lucia Calvosa; in Leonardo Luciano Carta; alle Poste confermata Maria Bianca Farina; Valentina Bosetti a Terna, Francesca Isgrò a Enav e Patrizia Grieco a Mps.

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La partita sulle nomine nelle aziende statali Partecipate, però, apre crepe notevolissime nel M5S. Pomo della discordia, la riconferma, di Claudio Descalzi al timone dell’Eni. Il manager è al centro di alcune vicende giudiziarie: sotto processo a Milano per la presunta tangente in Nigeria; sotto indagine per conflitto d’interesse per appalti per 300 milioni di dollari affidati dall’Eni in Congo a società riconducibili a sua moglie.

Ad aprire il fuoco è stato l’ex deputato grillino, sempre tra le figure più influenti all’interno del movimento, Alessandro Di Battista, che ha invitati i 5S a bloccare «la nomina a qualsiasi livello, di coloro che, sulla base delle nostre regole, non potrebbero neanche essere candidati al consiglio di circoscrizione».

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In suo sostegno è scesa in campo, tra gli altri, l’ex ministra grillina Giulia Grillo, che ha parlato di un «problema di democrazia interna» al movimento. Ed ha rivelato che «Alessandro Di Battista si è unito a una richiesta che io e altri parlamentari condividiamo e stiamo portando avanti, puntare il dito contro di lui come l’uomo che vuol far tremare la terra sotto ai piedi a Conte è sbagliato e fuorviante, ma ahimè strategico per chi vorrebbe zittirci spostando l’attenzione dal focus principale: questo delle nomine di Stato è anzitutto un problema interno alla forza politica M5S. C’è un problema di democrazia interna, e tentare di nasconderlo non fa che acuirne la presenza», ha scritto l’ex ministro alla Salute in un post su Facebook.

Barbara Lezzi: «Fanno ridere i polli»

E la collega di partito, Barbara Lezzi, incalza: «Gli off (veline senza nome ndr) contro Di Battista fanno ridere i polli». Oltre alle conferme alle Partecipate citate prime, ci sono diverse new entry: Guido Bastianini al vertice di Mps, Stefano Donnarumma alla guida di Terna e Paolo Simioni a quella dell’Enav. Su questi due ultimi nomi ha espresso giudizi lusinghieri la sindaca di Roma, Virginia Raggi. «Donnarumma e Simioni sono due fuoriclasse», ha affermato la prima cittadina della capitale. «Donnarumma in Acea ha fatto fare un salto in avanti all’azienda» mentre «Simioni ha salvato Atac da un abisso senza fine che era quello del fallimento», ha sottolineato Raggi.

Renzi: «Sono il vincitore morale»

Esulta il leader di Italia Viva, Matteo Renzi. «Dalla vicenda esco come il vincitore morale pur non avendo partecipato: le persone da noi indicate sei anni fa sono state confermate senza che io abbia dovuto lottare per loro perché ne è stato riconosciuto il valore», ha affermato senza giri di parole.

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Meloni: «L’Italia è ferma e la maggioranza trascorre ore a fare trattative per le Partecipate»

Durissimo invece, il giudizio di Giorgia Meloni sull’intera operazione. «Mentre in Italia tutto è sospeso, le elezioni non si celebrano, i processi non si fanno, le messe nemmeno e tutti siamo fermi, la maggioranza nei giorni scorsi è stata ore e ore a fare trattative per spartirsi le poltrone delle nomine dei consigli di amministrazione delle Partecipate statali: una roba che grida vendetta, è vergognosa», ha tuonato la leader di Fdl. «Per mettere a tacere Renzi, il Pd, il M5S che non aveva suoi uomini nella grandi partecipate statali, si sono messi seduti e invece di occuparsi dell’emergenza coronavirus si sono occupati delle poltrone», ha concluso Meloni.

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