Mes | Von der Leyen, Merkel, Hoekstra, Conte e Gualtieri: un dialogo fra sordi. E a perdere sono come gli incolpevoli cittadini d’Europa

Conte: «Posizione mia e del governo su Mes non cambierà»

«Io ho una sola parola: la mia posizione e quella del governo sul Mes non è mai cambiata e mai cambierà. Più tardi in conferenza stampa vi aggiornerò su questo e su altre importanti questioni che riguardano il nostro paese. A più tardi». Così il premier Giuseppe Conte su twitter – dopo la notte brussellese dedicata al Meccanismo di Stabilità – ha «aperto» la sinfonia italiana del Mes. Ma si perde fra le riga del pentagramma e dimentica di dire qual è questa sua inossidabile posizione che «non cambierà mai» sul Mes.

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Prova, allora, a supportarlo – ma non tanto per spiegarne la posizione, bensì per scaricare ‘more solito’ le rituale accuse conto gli avversari Salvini e Meloni che – a dire dell’euroburocrate, oggi ‘mascherato’ da ministro dell’Economia Roberto Gualtieri – «ignorano che il meccanismo già esiste e presenta oggi, per chi volesse accedervi, degli strumenti che prevedono condizionalità, cioè la cosiddetta troika. L’eurogruppo ha solo proposto che il Mes possa offrire anche uno strumento incondizionato, che permetterà ai Paesi che lo vorranno di prendere soldi senza condizioni».

Chissà, se ne ha parlato prima con il premier Conte che la pensa (forse) diversamente da lei e con il suo amico ministro delle finanze olandese Wopke Hoekstra il quale si è detto «molto soddisfatto per quello su cui siamo riusciti a trovare un accordo. Penso che sia un segno di solidarietà». «C’è – ha aggiunto – un grande pacchetto che abbiamo negoziato per le piccole e medie imprese in tutta l’Unione. Questa è prima di tutto una crisi sanitaria, siamo anche riusciti a convincere i nostri amici che ci sono anche cose che sono importanti e che devono essere strutturate in un modo per cui ci possiamo convivere».

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«Questo significa – ha proseguito il ministro olandese – che per il Meccanismo Europeo di Stabilità abbiamo reso chiaro fin dall’inizio di questa crisi senza precedenti che per noi utilizzarlo nella misura fino al 2% del Pil, per i costi legati alla sanità. E una buona idea e per noi è assolutamente ok». «Ma – ha precisato – per ogni euro che viene speso per l’economia, si applicano appieno le regole normali, per quanto riguarda la condizionalità macroeconomica. Quello che è molto importante per noi è che siamo riusciti anche a convincere gli altri della logica di questa argomentazione, perché alla fine – ha concluso – potrebbe arrivare il momento in cui avremo bisogno della piena capacità del Meccanismo Europeo di Stabilità».

Per carità, ministro Gualtieri se c’è batta un colpo e chiarisca! Purtroppo, per lei, il quotidiano del Paese dei tulipani, De Telegraaf non la pensa come lei e condivizia di particolari spiega «I Paesi Bassi vincono la battaglia europea». E si è trovato «l’accordo su un pacchetto multimiliardario per la crisi del coronavirus». Il quotidiano aggiunge: «niente eurobond e condizioni rigorose per i paesi che desiderano utilizzare il fondo europeo di emergenza Mes» con il «ministro Hoekstra lieto dei 540 miliardi di euro». Più chiaro di così?

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Molto meno chiaro, invece, il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri che a Unomattina, ha spiegato (si fa per dire): «La posizione che coraggiosamente l’Italia sta sostenendo credo che alla fine prevarrà, già sta prevalendo. Per esempio lo strumento Sure, cos’ come i fondi Bei, si finanzierà emettendo titoli. E’ avvenuto un cambiamento di prospettiva molto significativo».

«Ci sono Paesi – continua – che si oppongono e a loro stiamo spiegando che non chiediamo la mutualizzazione del debito passato, ma che le risorse necessarie per la sfida comune contro il virus siano risorse comuni. Più saranno tante, più saremo forti per superare questa crisi e far ripartire l’economia». Come si fa ad interpretare chi usa la vecchia lingua biforcuta degli indiani cheyenne, dicendo tutto ed il contrario di tutto? Nessun italiano ci riesce. Gualtieri, si! Lui la conosce benissimo!

E a proposito di lingua biforcuta, riconoscere che la conosce anche, la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen che ha accolto «con favore il risultato cruciale raggiunto ieri dall’Eurogruppo e il sostegno a Sure per mantenere le persone al lavoro«. Precisando, poi, che l’esecutivo da lei guidato «risponderà alla richiesta per un’azione decisiva attraverso un ‘recovery plan’ e un Quadro finanziario pluriennale rafforzato (dalle condizionalità? ddr ovvero domanda del redattore), in collaborazione con il presidente del consiglio europeo Charles Michel e altre istituzioni», Non sarà per questa loro incapacità di chiarezza, che i signori della politica italiani e non, preferiscono dialogare da remoto. Da dove, cioè nessuno li sente.

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