Il governo non ‘ascolta’ Mattarella e il tavolo con il Centrodestra naufraga

Il tavolo opposizione-governo, quello nato su stimolo del presidente della Repubblica per affrontare l’emergenza Covid-19 secondo concordia e unità nazionale, è definitivamente naufragato. E soltanto la voglia di evitare polemiche in un momento così drammatico per l’Italia ha evitato che il Centrodestra alzasse i toni del confronto e anche i decibel dello scontro. Ma che il naufragio fosse dietro l’angolo e rappresentasse lo sbocco del cammino intrapreso la scorsa settimana, esattamente lunedì, era prevedibile.

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Lo avevamo scritto sul nostro giornale. La posta in gioco era troppo alta perché la maggioranza decidesse di aprire un percorso condiviso con l’opposizione. Tantissime le risorse da gestire e destinare. E la condivisione avrebbe imposto scelte comuni, ma anche passi indietro da parte dei partiti della maggioranza a favore di proposte provenienti dal Centrodestra. E’ vero c’è l’emergenza, ma molti in privato guardano e leggono i sondaggi e soprattutto sanno che il ritorno, sperato a breve, alla normalità significherà anche tornare a votare.

Poi, aspetto non secondario, la volontà di Conte di essere l’uomo solo al comando. Un’ebbrezza che ha iniziato a provare da quando nel governo rosso-giallo si è liberato delle tutele dei due vicepremier. E perciò qualsiasi ipotesi di condivisione e compartecipazione gli repelle.

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Giorgia Meloni: maggioranza è totalmente arroccata sulle sue posizioni

Dalle opposizioni Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, ha evidenziato come «da giorni lavoriamo alla cabina di regia tra governo e opposizioni per cercare di dare il nostro contributo e migliorare il decreto ‘Cura Italia’«. Purtroppo, continua la Meloni «finora non c’è stato nulla da fare: la maggioranza è totalmente arroccata sulle sue posizioni». Arroccamento che ha portato FdI a decidere di tagliare gli emendamenti concentrandosi su «solo 20, a cui si aggiungono 6 ordini del giorno. Sono meno di 30 proposte, tutte sensate e serie».

Antonio Tajani: non una parola dal presidente Conte sulla collaborazione con il centrodestra

E anche Antonio Tajani da Forza Italia stigmatizza l’atteggiamento del governo, sottolineano come non è arrivata «una parola dal presidente Conte sulla collaborazione con il centrodestra. Eppure, garanzia dello Stato alle banche per prestiti alle imprese e golden power erano due nostre priorità. Ma il governo vuole veramente lavorare con noi per il bene dell’Italia?». Critiche condivise anche dalla Lega, dove però oggi non ha parlato Matteo Salvini: «La collaborazione non significa solo ascolto, ma anche condivisione concreta, altrimenti si tratta solo di parole», ribadendo che in Commissione ripresenterà gli emendamenti; senza quindi scrematura.

D’Incà: il governo continua ad ascoltare le richieste del Parlamento e dei partiti di opposizione

Dal fronte del governo si cerca di far finta di nulla al punto che il ministro D’Incà al Tg2 Post dice: «Con le opposizioni abbiamo fatto 7 incontri e 20 ore di riunioni per trovare soluzioni condivise per il bene del Paese. Il governo sta mettendo in campo tutti gli strumenti possibili e continua ad ascoltare le richieste del Parlamento e dei partiti di opposizione». Parole che non cambiano la sostanza.

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E’ a rischio approdo in Aula per mercoledì del dl ‘Cura Italia’

Intanto, oggi in Commissione Bilancio alle 9 inizierà l’esame degli emendamenti con le prime votazioni, ma la strada sembra complicata. In totale sono 1200 gli emendamenti ma il presidente della Commissione Pesco punta il dito contro la Lega, il cui ostruzionismo (votare tutti i suoi emendamenti, non solo quelli segnalati) avrebbe imposto lo stop ieri. E l’ipotesi che si vada in Aula domani è a rischio.

Via libera al dl imprese: un bazooka da 750 miliardi di euro

Da Palazzo Chigi invece a tarda serata è arrivato il via libera al decreto legge imprese. Un ‘bazooka’ da 750 miliardi in totale per le imprese: 200 miliardi di garanzie sui prestiti e 200 miliardi per l’export si sommano ai 350 già previsti, con l’arrivo di una copertura fino al 100 per cento per prestiti fino a 800mila euro. Il rinvio delle scadenze fiscali per le aziende danneggiate dalla crisi. Il rafforzamento del golden power, lo scudo per tutelare le aziende italiane da scalate ostili. La chiusura dei tribunali fino al 3 maggio.

Ok anche al dl Scuola: niente esame di terza media, maturità telematica solo orale, nelle altre classi tutti promossi

Un vero e proprio decretone che, come ha spiegato il premier Conte nella conferenza stampa al termine del CdM, «dà liquidità immediata per 400 miliardi di euro alle nostre imprese, 200 per il mercato interno, altri 200 per potenziare il mercato dell’export. E’ una potenza di fuoco». Non solo, però, decreto imprese visto che in mattinata è arrivato anche quello varato sulla scuola per tracciare una road map nel caso in cui, molto probabile, i portoni non aprano per il 18 maggio: niente esame di terza media, maturità telematica solo orale, nelle altre classi tutti promossi.

Oggi Eurogruppo decide su MES

Ed oggi arriva anche il verdetto dell’Eurogruppo sugli strumenti per affrontare la crisi della pandemia Covid-19. Su questo il premier Conte anche ieri ha ribadito che «il MES è assolutamente inadeguato. Gli eurobond sono la soluzione: una risposta seria, efficace, adeguata al momento che stiamo vivendo». In mattinata il Financial Times in un articolo aveva spiegato che «la crisi della pandemia da coronavirus potrebbe spingere la Germania a ripensarci su eurobond e coronabond, forse fino ad abbandonare le sue posizioni di contrarietà aprioristiche». La situazione rimane confusa, ma quello che è certo che le opposizioni attendono il governo al varco. Se finora hanno tenuto basso il livello delle polemiche, sul MES non sarà così.

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