Mario Romano Mantegazza, è deceduto i giorni scorsi, tra l’indifferenza quasi generale degli organi d’informazione, ma la sua fine, così come la sua vita, è stata gloriosa e degna dell’uniforme che aveva indossato da ragazzo, durante la seconda guerra mondiale. Mario, abitante di Ponzano Magra – La Spezia, aveva 93 anni, e nel mese di febbraio 2020, è intervenuto per difendere la sua badante, dalla violenta aggressione, dell’ex fidanzato di questa, cittadino rumeno, che era entrato nella sua casa di nascosto e il quale nonostante l’età del povero Mantegazza, l’ha buttato in terra e picchiato selvaggiamente, tanto che l’anziano è caduto in coma, e spirato dopo pochi giorni all’ospedale Sant’Andrea. L’assassino, fermato dai carabinieri è stato subito rilasciato da un magistrato, ed è fuggito in Romania, e poi catturato solo venerdì scorso. Romano Mantegazza a soli 17 anni, si era arruolato volontario nelle Forze Armate della Repubblica Sociale Italiana, per la precisione nel Gruppo Corazzato Leonessa della G.N.R. ed era presente con il suo carro armato Ansaldo M. 15/42 al teatro Lirico di Milano, quando il Duce fece il famoso discorso. E’ morto, dunque, da eroe, in un’Italia che non era certo più quella per la quale aveva combattuto, ridotta ora in rovine da 75 anni di politici ladri e corrotti, ma i Suoi e nostri Ideali lo hanno spinto ad un gesto glorioso, eroico e di estrema generosità, in quanto per difendere una donna inerme, non ha esitato a 93, a frapporsi tra la stessa e uno straniero violento e barbaro.
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