Coronavirus, come le regioni del Sud si preparano ad affrontare i picchi di contagio

In attesa che la situazione migliori e aspettando il picco dei contagi e, quindi, l’inversione di rotta, anche le regioni meridionali stanno provvedendo a definire piani alternativi per fronteggiare al meglio il coronavirus. Vediamo come:

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Pier Luigi Lopalco e la task force della Puglia

La Puglia è stata una delle prime regioni meridionali a scendere in campo per frontrggiare l’ulteriore espansione, ma anche le sue eventuali conseguenze. Il governatore Emiliano ha immediatamente provveduto a far sì che i 150 letti esistenti  nei reparti di terapia intensiva, diventassero 209 e spera di portarli a  300. Di più, ha allestito altri 680 posti per chi avrà bisogno di essere ospedalizzato per il Coronavirus. E sta pensando anche all’eventuale riapertura dei nosocomi di San Pietro Vernotico e Terlizzi. E anche la sanità privata pugliese si è detta pronta a fornire altri 495 letti. Poi ha costituito una taske force, affidandone la guida all’epidemiologo brindisino Pier Luigi Lopalco.

Campania trenta milioni per 3000 contagi

Campania investirà 30 milioni di euro per portare il numero dei posti letto in terapia intensiva dai 320 posti attuali ad almeno 500  nella maniera più rapida possibile ovvero in pochi giorni. Questo in vista di un possibile incremento del numero di contagiati dal coronavirus assai maggiore rispetto ai 222 pazienti registrati fino a giovedì 12/3 pomeriggio. Sicchè si prepara as implementare i reparti di terapia intensiva, per fronteggiare un’eventuale crescita esponenziale (fino a 3.000) dei contagiati. Per questo il governatore Vincenzo De Luca, punta a trasformare l’ospedale Loreto Mare e il Cotugno di Napoli in Covid hospital.

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La Calabria pensa a quintuplicare i posti in terapie intensive

Secondo la governatrice Jole Santelli: «Una sanità come quella calabrese, vessata da anni di tagli selvaggi, non è in grado di reggere una situazione di totale emergenza». Quindi, ha già dato il via alla marcia per far crescere i posti nelle terapie intensive degli ospedali, dai 107 di oggi in 12 strutture ad almeno 400. Sicchè il commissario straordinario, Saverio Cotticelli un piano che prevede l’attivazione di 90 letti nella zona nord tra Cosenza, Castrovillari, Cetraro, il Pugliese Ciaccio di Catanzaro, il Mater Domini di Catanzaro, Lamezia, Crotone, Reggio Calabria, Polistena e Vibo Valentia; sempre nell’area nord altri 110 verranno allestiti nelle strutture di Paola, Rogliano e Rossano; 100 saranno localizzati nell’area centro nelle strutture di Germaneto e Tropea. Nell’area sud, infine, saranno attivati 100 posti negli ospedali di Gioia Tauro, Locri, Melito Porto Salvo. Inoltre, La Regione ha strutturato un piano per le quarantene che prevede l’utilizzo, oltre ad ambienti di proprietà regionale, anche una collaborazione con l’Agenzia dei Beni Confiscati e l’Esercito per individuare strutture idonee.

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Contro il Coronavirus Musumeci schiera la flotta da crociera

Le strutture sanitarie siciliane dispongono di 252 posti letto in reparti di Malattie infettive. Solo Il 25% dei quali è, però, in isolamento, soprattutto in  provincia di Catania e, per altro, quasi già saturi anche prima della pandemia. I posti letto in terapia intensiva sono 346, ma solo 50 in isolamento, con una distribuzione assolutamente disomogenea sul territorio: 6 a Enna; 12 a Caltanissetta; 16 a Ragusa, Messina e ad Agrigento, priva, però, di un reparto di Malattie infettive; 13 sono dislocati a Trapani e 18 in provincia di Siracusa. E nojn dimentichiamo, come abbiamo già sottolineato ieri, che contro il Covid-19, il Governatore Musumeci ha deciso di schierare anche la flotta da crociera.

Basilicata solo 49 posti in terapia intensiva

30 posti per malattie infettive e altri 49 per la terapia intensiva. A sottolinearlo è Ernesto Esposito, responsabile della task force per contrastare il coronavirus, che la Regione Basilicata attualmente può schierare contro la pandemia: ma «Ci stiamo attrezzando – assicura – il piano è in via di definizione in questi giorni». «Contiamo di completarlo all’80%  in 7-10 giorni. l’altro 20 per cento occorrerà un un po’ più di tempo».

Trenta posti disponibili in Molise, ma si pensa alla riapertura di altri due ospedali

Sono 30 tra pubblico e privato i posti disponibili in Moloise, ma si può arrivare fino a 45. Questi i numeri da cui parte il Molise e per sopperire alle necessità sta pensando alla riapertura di due ospedali: di Larino e Venafro, che, se occoresse si affiancherebbero al Veneziale di Isernia, al Cardarelli di Campobasso e al San Timoteo diTermoli. Al momento i privati – gruppi Neuromed e Cattolica – concesso l’utilizzo di 17 posti di terapia intensiva: 11 lnell’Irccs di Pozzilli, 4 dei quali in sub-intensiva, e 6 al Gemelli Molise. Una dotazione suscettibile di essere aumentata laddove se ne rilevasse la necessità. Nei due centri privati sarebbero ospedalizzati i pazienti da curare in terapia intensiva ma non affetti da Covid-19, per cui, le strutture pubbliche diventerebbero hub per la cura del coronavirus.

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