Il Coronavirus è anche un’emergenza economica. Fate presto!

di Dario Caselli

Il governo lavora al decreto ma non c’è tempo da perdere

#iorestoacasa. Il premier Conte e il governo lo stanno ripetendo in maniera ossessiva. Bisogna rimanere a casa per evitare al contagio di aumentare. E anche le tv lo ripetono in continuazione quasi che fosse diventato un jingle di una nota pubblicità. Il problema è che da tutela sanitaria sta rischiando di diventare la prospettiva lavorativa per tantissimi italiani, soprattutto se il governo non interverrà velocemente per rimediare alle ricadute in termini economici dell’influenza Covid-19. Sono tantissime le aziende, i negozi, gli esercizi commerciali che stanno ricorrendo ai licenziamenti per ridurre la morsa della crisi.

Una situazione che giorno dopo giorno sta diventando drammatica a cui si sommano gli sfondoni della Borsa di Milano che è arrivata ieri a -17 per cento. Sul fronte governo però le misure latitano ancora, si procede avanti per bozze e con una certa lentezza, quest’ultima dovuta anche al ricorso allo smart-working per via del Coronavirus.

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Soddisfazione da FdI: accettate le nostre proposte

Intanto ieri c’è stato il primo incontro tra il ministro Gualtieri e le opposizioni e soprattutto da Fratelli d’Italia c’è soddisfazione perché, come ha spiegato il senatore Giovanbattista Fazzolari, presente al tavolo, «sono state accettate tutte le nostre proposte». In particolare, continua il responsabile del programma di FdI «il governo ha assicurato che alcune delle nostre proposte saranno inserite nel decreto che andrà in Consiglio dei Ministri. Come la cassa integrazione per tutti, la sospensione delle scadenze tributarie a partire da quella del 16 marzo, l’intervento sui mutui, sostegno ai lavoratori autonomi, congedo parentale e bonus baby sitter».

Intanto la leader Giorgia Meloni fissa altre priorità: garantire la sicurezza sul posto di lavoro di chi è costretto a lavorare con sanificazione giornaliera dei locali e adeguati protezioni e regole comportamentali, il tutto con il supporto concreto ed economico dello Stato; premialità economiche a carico dello Stato per i lavoratori costretti a lavorare e premialità per le attività che garantiscono la continuità aziendale ed occupazionale, in questa fase di crisi nella quale molti potrebbero avere la tentazione di chiudere o licenziare; libertà d’impresa in questo momento drammatico e quindi zero burocrazia, niente ISA, niente ritenuta Irpef al 20 per cento per i lavoratori autonomi, abolizione del minimo contributivo Inps per artigiani e commercianti, possibilità di ricorrere ai voucher lavoro senza limitazioni; sostegno effettivo all’agricoltura eliminando ogni vincolo e limitazione al ricorso di forza lavoro e con un aiuto economico rilevante da parte dello Stato.

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Silenzio dalla Lega che vorrebbe la serrata totale contro il Coronavirus

Soddisfatto anche l’altro componente del tavolo per il centrodestra, Renato Brunetta di Forza Italia che spiega che si lavorerà lungo «un asse sanitario, uno del lavoro, uno della liquidità delle imprese e uno fiscale». Silenzio dalla Lega che preferisce attaccare a testa bassa Christine Lagarde, presidente Bce, per le sue dichiarazioni sullo spread (non siamo qui per ridurre lo spread) e far trapelare il malumore nei confronti di Conte e di un decreto, quello che ha deciso la nuova stretta ai locali, che per i leghisti continua ad essere blando e a non prevedere quella chiusura totale considerata l’unica soluzione al diffondersi del virus.

Tra le proposte: bonus babysitter di 600 euro e estensione cassa integrazione

Intanto come detto da Palazzo Chigi si va avanti, bozza dopo bozza, sul decreto che dovrebbe vedere la luce oggi. Secondo queste dovrebbe trovare posto una normativa che renda più semplice lo stop dei mutui sulla prima casa; un bonus di 500 euro per caregiver familiari; la proroga dei termini per la presentazione della domanda di disoccupazione; nuove regole per il fondo di garanzia per le PMI; 600 euro come bonus babysitter, che sale a mille euro se medici; l’estensione della cassa integrazione e più in generale degli ammortizzatori sociali tra cui anche la previsione di un massimo di 9 settimane di Cig per i lavoratori i cui datori abbiamo sospeso o ridotto l’attività lavorativa; congedo parentale pagato al 100 per cento fino a 15 giorni.

Per ora si tratta di bozze e indiscrezioni, quello che è certo che accanto al dramma sanitario c’è quello economico, al punto che sembra risuonare il monito de Il Mattino dopo il terremoto dell’Irpinia: Fate presto!

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