Camorra, Tina Rispoli lascia il carcere: il giudice dispone i domiciliari

La decisione del gup dopo oltre un anno di detenzione

Tina Rispoli, attualmente sotto processo per concorso esterno in associazione camorristica, lascia il carcere dopo oltre un anno di detenzione. Il gup del Tribunale di Napoli ha accolto l’istanza presentata dai suoi legali, Sergio Cola e Andrea Imperato, concedendo alla donna gli arresti domiciliari.

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La decisione è stata presa in seguito a un ridimensionamento delle esigenze cautelari rilevato dal giudice. La Rispoli, riferisce «il Mattino», continuerà a essere imputata in un procedimento che si avvia alla conclusione con il rito abbreviato. Tuttavia, la sentenza potrà essere attesa presso un’abitazione a Minturno, dove la donna sconterà i domiciliari. L’inchiesta, coordinata dai magistrati Maurizio De Marco e Lucio Giugliano, con la supervisione del procuratore aggiunto Sergio Amato, coinvolge anche il marito della Rispoli, il cantante Tony Colombo.

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L’arresto dell’ottobre 2023

Recentemente, Tina Rispoli e Tony Colombo erano tornati sotto i riflettori per un concerto organizzato nel carcere di Ariano Irpino, i cui stralci erano poi finiti sui social, alimentando ulteriori polemiche. L’arresto della coppia risale all’ottobre 2023, nell’ambito di un blitz che colpì il clan Di Lauro di Secondigliano. A marzo 2024, la Corte di Cassazione aveva rigettato il ricorso presentato dai legali della coppia, mantenendo entrambi in carcere da oltre un anno.

La decisione odierna del giudice ha ridimensionato le esigenze cautelari. A ottobre 2024, durante la fase di apertura del rito abbreviato, il pubblico ministero Lucio Giugliano aveva chiesto una condanna a nove anni di carcere per entrambi. Le accuse nei confronti della Rispoli si basano in parte sulle dichiarazioni di Salvatore Tamburrino, un pentito che ha affermato che la donna sarebbe a capo del clan Marino di Secondigliano subentrando al marito.

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Secondo il collaboratore di giustizia, la Rispoli avrebbe ricoperto un ruolo di primo piano nell’organizzazione criminale, diventando un importante punto di riferimento economico per diversi gruppi mafiosi in difficoltà finanziarie, tra cui il clan Di Lauro. In particolare, il boss Vincenzo Di Lauro avrebbe cercato di rilanciare il clan, facendo ricorso ai finanziamenti provenienti da figure come la Rispoli.

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