Campi Flegrei, Curcio: «Già ispezionato circa il 26% degli edifici di Pozzuoli»

Il capo della Protezione civile: lavoriamo alla definizione dell’area d’intervento

«L’elemento fondamentale dell’impostazione del decreto legge è la definizione dell’area che interessa il bradisismo. Il Dipartimento di Protezione civile deve provvedere a una prima definizione con una prima delimitazione speditiva dell’area di intervento che interessa i Comuni collegati al fenomeno sismico connesso con il bradisismo». Lo ha detto Fabrizio Curcio, capo del Dipartimento di Protezione civile, ascoltato in commissione Ambiente alla Camera sul fenomeno del bradisismo nei Campi flegrei.

Curcio ha spiegato che il Dipartimento sta lavorando alla definizione dell’area tenendo conto «di alcuni dati fisici che sono il sollevamento bradisismico e la sismicità dell’area. Stiamo lavorando a questa prima delimitazione perché rappresenta – ha affermato – un nodo cruciale soprattutto per il piano tenendo conto di tre elementi: i dati di sollevamento, la sismicità e poi c’è il tema delle accelerazioni». Ha riferito che «all’esito di queste valutazioni, trasmetteremo le ipotesi alla Commissione Grandi rischi per una validazione al massimo livello di tipo scientifico perchè questa area è da definire, come previsto dalla legge, con parametri che sono di tipo scientifico».

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«Al momento lo stato del vulcano, così come definito dall’ultima Commissione Grandi rischi, è ancora in uno stato di attenzione. Non ci sono state comunicate, al momento, variazioni di parametri che portano l’attivazione del piano a uno stato più importante rispetto a quello che oramai stiamo gestendo dal 2012» ha detto aggiungendo che «la situazione dell’area dei Campi flegrei presenta differenze e specificità tali da renderla unica nel panorama nazionale e per alcuni aspetti anche nel panorama mondiale e questo giustifica certamente l’attenzione doverosa di tutte le autorità, non solo quelle di protezione civile»

L’attività di ricognizione

«Nell’area dei Campi flegrei, la Protezione civile sta effettuando già da qualche anno un’attività di ricognizione della vulnerabilità dell’edificato di quell’area, con il centro Plinius, e ha già ha dato una preziosa base conoscitiva dell’edificato: per un totale di 4mila edifici ispezionati che è circa il 26 per cento dell’intera popolazione degli edifici del Comune di Pozzuoli, che è stimata a oggi a 15mila immobili residenziali. Ovviamente – ha aggiunto – è una valutazione speditiva, più speditiva di quella che andremo a fare nell’area bradisismica delimitata».

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«Il Servizio nazionale di protezione civile, nella sua ampia rappresentazione, si rende disponibile e utile per contribuire a scelte che non sono di protezione civile ma che poi lo diventano nel momento in cui non sono in linea e rispettose dell’utilizzo del suolo o dell’analisi dei rischi. Il sistema di protezione civile in una logica moderna dovrebbe essere considerato come supporto a scelte. Il tema è che noi non entriamo nelle dinamiche urbanistiche e territoriali. Sto parlando di decenni in cui sul territorio nazionale sono state fatte delle scelte urbanistiche e territoriali che hanno consentito di trovarci oggi ad affrontare una situazione del genere».

Un caso davvero particolare

Curcio ha evidenziato che «a fronte di molte e diffuse aree del territorio nazionale che sono esposte, anche in maniera rilevante e a diverse tipologie di rischi di protezione civile, il Sistema spesso è chiamato a intervenire con urgenza nel momento in cui si verifica qualche cosa, anche se in qualche modo le dinamiche operative potevano tenere conto del rischio presente».

In quest’ottica i Campi flegrei – ha sottolineato il capo del Dipartimento della Protezione civile – «diventano un caso davvero particolare perché non parliamo di eventi di tre secoli fa, ma di eventi accaduti nel 1970, nel 1980 e che dunque risalgono anche nella memoria non solo storica ma anche contemporanea della popolazione. Ripercorrere nuovamente un’azione che è già stata effettuata – ha concluso – ci pone nella possibilità di ribadire che il Sistema di protezione civile dovrebbe essere tenuto in conto anche in altri tipi di pianificazione nel momento in cui si fanno sul territorio scelte urbanistiche o di uso del suolo»

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