Cooperativa Karibu, chiuse le indagini: suocera e moglie di Soumahoro a rischio processo

Sarebbero state evase le imposte sui redditi e sul valore aggiunto

Rischiano il rinvio a giudizio i familiari di Aboubakar Soumahoro: moglie, suocera e cognato del deputato potrebbero dover affrontare un processo. È stato depositato infatti lo scorso 17 marzo dal sostituto Procuratore della Repubblica di Latina, il Pm Andrea D’Angeli, l’avviso di chiusura indagini proprio sui fatti riguardanti la Cooperativa Karibu, che si occupava dell’accoglienza di migranti, e sul giro di fatture che investe i familiari del deputato Soumahoro: Marie Therese Mukamitsindo, Liliane Murekatete, Michel Rukundo rispettivamente suocera, moglie e cognato di Soumahoro.

L’inchiesta vede indagati anche Richard Mutangana, Ghislaine Ada Ndongo e Christine Ndyanaho Koburangyra Kabukoma che si sono succeduti dal 2014 ad oggi quali legali rappresentanti dell’Associazione di Promozione Sociale Jambo Africa di Sezze. Per i familiari di Soumahoro, Mukamitsindo, Rukundo e Murekatete, inoltre la Procura ha disposto anche il divieto temporaneo, per un anno, di contrattare con la pubblica amministrazione e di esercitare imprese e uffici direttivi di persone giuridiche.

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Secondo quanto ipotizzato dalla Procura di Latina, sarebbero state evase le imposte sui redditi e sul valore aggiunto, inserendo nelle dichiarazioni dal 2015 al 2019 elementi passivi fittizi e costi inesistenti per diversi milioni di euro. La posizione più pesante, secondo le carte della Procura pontina, è quella di Marie Therese Mukamitsindo, suocera di Soumahoro, a cui viene contestato per i soli anni d’imposta 2015 e 2016, di aver contabilizzato fatture per operazioni inesistenti che avrebbero consentito alla Karibu di evadere 597.000 euro di Ires. In totale il valore delle presunte fatture false utilizzate e contestate alla Mukamitsindo ammonterebbe a più di 2,3 milioni di euro.

Le contestazion a Liliane Murekatete

Alla moglie di Soumahoro, Liliane Murekatete, e al cognato, Michel Rukundo, invece la Procura di Latina contesta, in concorso con la madre Marie Therese, di aver utilizzato ulteriori false fatture per 55.000 euro, che avrebbe permesso un’evasione di poco più di 13.000 euro.

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Negli atti dell’inchiesta si ipotizza inoltre che i fondi anzichè essere impiegati per scopi sociali venivano dirottati, per quanto riguarda le coop gestite da Murekatete e il fratello, per l’acquisto di beni voluttuari: «Spregiudicatezza e opacità nella gestione degli ingenti fondi assegnati alla cooperativa sociale…in parte non rendicontati e in parte utilizzati per scopi apparentemente estranei allo scopo sociale: acquisto di beni presso negozi di abbigliamento di lusso tra cui Ferragamo a Roma».

L’avvocato di Murekatete sottolinea come l’unica accusa contestata alla sua assistita è quella di aver provocato un danno erariale da 13.368 euro, «conseguente all’asserita violazione dell’obbligo di controllo della dichiarazione dei redditi presentata nel 2020 dalla presidente della Karibu». Ora i sei indagati rischiano il rinvio a giudizio e avranno 20 giorni dalla notifica dell’avviso depositato dalla Procura di Latina per produrre memorie difensive.

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