Governo, riforma della giustizia: si parte con abuso d’ufficio e prescrizione

Si prende tempo su separazione delle carriere e Csm

Archiviata la Manovra, in vista della ripresa dei lavori parlamentari dopo la pausa natalizia, la maggioranza indica tre priorità sul fronte giustizia: la riforma di due reati, che sono l’abuso d’ufficio e il traffico d’influenze illecite, e una revisione generale della disciplina delle intercettazioni. A confermarlo è il Guardasigilli, Carlo Nordio, che, nella sua ultima intervista a ‘Libero’, definisce «porcherie» il modo in cui si effettua la selezione dei brani delle intercettazioni e parla della necessità di rivedere l’abuso d’ufficio, diventato ormai un freno all’attività di sindaci e assessori.

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Altra priorità, poi, sembra essere la prescrizione, già oggetto della Riforma Cartabia, che, come spiega ancora Nordio, «va riportata al suo rango di diritto sostanziale». Non nascondendo così l’intenzione di volerci rimettere mano in maniera robusta. Ma in questo scenario non tutto è tranquillo nella maggioranza. Ad agitare le acque ci sarebbe la decisione di «non voler calcare troppo la mano ora» con le «vere riforme della giustizia», da sempre cavallo di battaglia del centrodestra, come la separazione delle carriere dei magistrati e la nuova architettura da dare al Csm.

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Temi annunciati a gran voce anche in campagna elettorale. A far restare il governo con il freno a mano tirato sarebbe la decisione di non voler inasprire ora il confronto con la magistratura con riforme così «divisive». Meglio avviare l’iter in maniera soft, si sarebbe spiegato, partendo da questioni come l’abuso d’ufficio sul quale si potrebbe trovare «massima convergenza» anche con l’opposizione.

Tempi lunghi

E sul punto è ancora Nordio a far capire come stanno davvero le cose prospettando un orizzonte di «5 anni» per realizzarle, forse «anche meno». Ma comunque mettendo in chiaro che serviranno tempi lunghi prima di vederle arrivare in porto. Per la ripartenza, dunque, si punta tutto sull’abuso d’ufficio, per riformare il quale, il presidente della Commissione Bilancio della Camera, Roberto Pella (FI), sindaco e vicepresidente vicario dell’Anci, ha già presentato un disegno di legge, insieme al Capogruppo alla Camera di FI Alessandro Cattaneo e al vicepresidente della Commissione Giustizia Pietro Pittalis. Sempre

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Nordio, ricorda Pella, in un suo intervento in Parlamento «ha sottolineato come sull’abuso d’ufficio emerga solo il 3% di condanne, mentre le statistiche dicono che dei 5.400 procedimenti del 2021, solo 9 si sono conclusi con condanne davanti al Gip e 18 in sede di dibattimento». Le modifiche che si vogliono introdurre con il progetto di legge puntano a ridurre la rilevanza penale e a circoscrivere il reato specificando che questo debba avvenire «consapevolmente» e arrecando «direttamente» ad altri un danno ingiusto.

Altri temi di cui si continua a parlare molto come prossime riforme da mettere in cantiere sono l’impossibilità per il Pm di presentare ricorso in Appello per le sentenza di assoluzione e la revisione delle legge Severino, quella per la quale Silvo Berlusconi venne fatto decadere dal mandato di senatore dopo la condanna definitiva per frode fiscale. Ma anche per questi i tempi non si annunciano brevi.

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