Le tante ragioni che rendono inutile e fuori dal tempo la Nato

Esistono interessi (economici, politici, strategici) che sono contrastanti se non, addirittura, diametralmente opposti

2 – Continua. Leggi anche: Geopolitica: la NATO è un non senso

Gli interessi comuni che dovrebbero essere alla base di una politica estera unitaria Europa-USA e di uno strumento militare comune, la NATO. Ebbene, non soltanto non esistono questi interessi comuni, ma esistono – al contrario – interessi (economici, politici, strategici) che sono contrastanti, fortemente contrastanti se non, addirittura, diametralmente opposti. Quali? La lista sarebbe lunghissima. Ne cito solo alcuni.

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Primo, un interesse di ordine strategico generale. Finita l’epoca del bipolarismo USA-URSS, gli americani vogliono affermare una loro esclusiva supremazia monopolare; gli europei hanno invece l’interesse a nuovi equilibri multipolari, in modo che anche l’Europa (con o senza l’UE) divenga un “polo” che possa dialogare alla pari con gli altri “grandi”.

Secondo. Gli USA hanno l’interesse a mantenere sull’Europa un controllo totale (politico, economico, militare), mentre l’Europa ha l’interesse a diventare un soggetto autonomo e indipendente sulla scenario globale.

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Terzo, particolarmente d’attualitá in questi giorni. Gli USA hanno interesse a impedire che si formi un’area di collaborazione e di integrazione (anche soltanto economica) fra Europa e Russia, perché quest’area diventerebbe la primissima potenza economica al mondo, peraltro autosufficiente in ogni campo, vanificando cosí la perversa strategia americana della “globalizzazione”. L’Europa ha chiaramente l’interesse opposto: quello di giungere ad una sinergia sempre piú ampia con la Russia, con l’obiettivo di creare una vasta area di prosperitá (e quindi anche di pace).

Quarto. Gli USA hanno interesse a mantenere una struttura militare come la NATO, in modo da obbligare l’Europa a farsi strumento della loro politica estera. La NATO riduce gli europei a truppa ausiliaria degli Stati Uniti, da utilizzare come prima linea nel caso di guerra, segnatamente nel caso di una guerra con la Russia. Parallelamente, imponendo una lista preconfezionata di “buoni” e “cattivi”, gli USA impediscono che gli europei organizzino le loro difese in altre direzioni non gradite a Washington (ed ogni riferimento al mondo del radicalismo islamico non é puramente casuale).

Quinto. In particolare, gli USA vogliono interrompere il flusso del gas e quello del grano dalla Russia verso l’Europa, perché hanno interesse a venderci (a prezzi piú alti) il loro LNG, ovvero Gas Naturale Liquefatto. Cosí come hanno interesse a farci comprare il loro grano (e quello del Canada). L’Europa – va da sé – ha l’interesse opposto, fosse anche soltanto per risparmiare.

Sesto. Gli Stati Uniti hanno interesse a tirare il piú possibile la corda con la Russia. Tanto, se la corda si spezza, la guerra sconvolgerá l’Europa, mica il continente americano. Quindi sanzioni, cancel culture verso tutto ció che é russo (da Dostoevskij alla balalaika), scempiaggini come l’ostracismo agli atleti, eccetera. L’Europa – scusate se dico questa ovvietá – ha tutt’altro interesse.

Settimo, se vogliamo entrare un po’ nel dettaglio. Gli USA hanno interesse a far applicare sanzioni a tappeto contro la Russia. Sono sanzioni che colpiscono forse piú l’economia europea che quella russa. L’Italia, in particolare, segna autogol da “Striscia la Notizia”: sono in ginocchio le nostre banche, il nostro export agroalimentare e manifatturiero, il nostro turismo. Sempre che la Russia non perda la pazienza e non ci chiuda i rubinetti del gas ora, in pieno inverno. Non “fra ventiquattro o trentasei mesi”, quando i brillanti cervelloni del governo Draghi prevedono che l’Italia potrá riuscire a sostituire il gas russo con quello di altra provenienza.

Potrei continuare a lungo, ma qui mi fermo. Mi accorgo di essere andato talora fuori tema, con ampie escursioni su temi economici. Ma, in fondo, non é stato un male, perché in politica non ci sono compartimenti stagni: l’economia condiziona la diplomazia; e la diplomazia, a sua volta, detta le linee della politica militare. Ergo, la NATO é una palla al piede non soltanto per i nostri interessi geopolitici e geostrategici, ma anche per i nostri interessi economici. Chissá quando ce ne renderemo conto.

Michele Rallo
già parlamentaredi An, esperto di Geopolitica
autore di diversi saggi sul tema

Setaro

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