Napoli, apre a «mezzo servizio» la stazione Duomo della metropolitana

Per il mese di agosto il servizio nella fermata Duomo sarà effettuato dalle ore 13 fino a fine esercizio

La linea 1 della metropolitana di Napoli si completa con l’apertura della stazione Duomo, inaugurata questa mattina. I lavori progettati dagli architetti Massimiliano e Doriana Fuksas invece proseguono per gli eccezionali ritrovamenti archeologici che hanno restituito alla città un patrimonio storico-monumentale di straordinario valore, a partire dal Tempio dei Giochi Isolimpici.

«È un giorno importante per la mobilità dei nostri concittadini ma anche per l’itinerario turistico, culturale e religioso – ha detto il sindaco, Luigi de Magistris – questa stazione è uno snodo fondamentale che unisce la parte marina della città al centro storico. La giornata storica sarà quando finalmente vedremo i treni nuovi passare. Speriamo che accada presto ma non do più date perché ogni volta c’è qualcuno che si muove per farla saltare».

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In queste settimane l’Anm – come spiegato dall’amministratore unico, Nicola Pascale – ha preparato il personale macchinisti per l’apertura della nuova stazione. Il programma di abilitazione del personale è stato avviato appena l’azienda ha avuto notizia della data di apertura e proseguirà nelle prossime settimane per tutto il personale di macchina.

La stazione si trova a 40 metri sotto terra

Al momento il 75 per cento dei macchinisti è stato formato per essere impiegato nella nuova stazione e di conseguenza per il mese di agosto il servizio nella fermata Duomo sarà effettuato dalle ore 13 fino a fine esercizio. La stazione si trova a 40 metri sotto terra di cui 30 metri sotto il livello del mare e si sviluppa su 4 livelli. Il tempio sarà visibile sia nel percorso interno alla metropolitana che dall’esterno grazie a una copertura vetrata.

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«Sono stati venti anni di lavori complicati – ha sottolineato Ennio Cascetta, presidente di Metropolitana di Napoli – per la realizzazione di una delle stazioni più difficili al mondo perché per tanti metri sotto il livello del mare, perché piazza Nicola Amore è una piazza molto piccola e abbiamo sempre lavorato senza chiuderla alla circolazione di superficie e perché scavando abbiamo trovato gioielli di archeologia, veri pezzi di storia della città che non conoscevamo, per cui siamo stati costretti a cambiare il progetto per ben cinque volte».

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