L’organizzazione smantellata aveva la base a Napoli
Una vasta operazione contro una rete criminale accusata di frode informatica e riciclaggio di denaro è stata portata a termine dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Verbania ed è terminata con un’informativa conclusiva di oltre mille pagine, che ha permesso di ricostruire l’attività illecita di un’organizzazione con base nella provincia di Napoli, nei confronti della quale la Procura della Repubblica partenopea ha chiesto il rinvio a giudizio di 84 persone coinvolte.
Le indagini sono scattate nel 2020, dopo la denuncia di un residente della provincia di Verbania, vittima di una truffa online da 45mila euro. Attraverso tecniche molto sofisticate di phishing e spoofing, la banda inviava migliaia di SMS fraudolenti ad altrettante potenziali vittime su tutto il territorio nazionale.
Il meccanismo della truffa
I messaggi inviati, simulando uno dei numeri telefonici di un istituto di credito di rilevanza nazionale, contenevano un link che rimandava a un sito internet che simulava quello del noto istituto di credito, del tutto estraneo alla vicenda. Gli utenti, credendo di aggiornare i propri dati bancari, fornivano inconsapevolmente le proprie credenziali di accesso ai truffatori i quali, una volta fatto accesso al conto online, effettuavano dei bonifici istantanei verso carte prepagate intestate a dei loro complici.
Questi ultimi, che stazionavano nei pressi di sportelli automatici nel capoluogo campano, una volta ricevuto il via, avevano il compito di trasferire i soldi su conti esteri e società di comodo. Secondo gli investigatori, l’organizzazione operava con ruoli ben distinti: esperti informatici avevano il compito di creare siti «clone» del tutto simili a quelli originali, altri accedevano abusivamente ai sistemi informatici, altri ancora reclutavano vittime o gestivano le carte usate per riciclare i fondi illeciti.
Un milione di euro truffati e 84 indagati
Dall’inizio del 2019, la rete criminale ha realizzato truffe per un valore superiore al milione di euro, di cui circa 650mila già riciclati. La Procura ha così richiesto il processo per 84 indagati, quasi tutti residenti in Campania, con accuse che vanno dal concorso in frode informatica, all’accesso abusivo a sistema informatico, fino al riciclaggio e alla sostituzione di persona.
L’istituto di credito preso di mira dai truffatori, che ha fornito tutto il supporto necessario agli investigatori, ha successivamente implementato il livello di sicurezza del proprio sistema informatico con l’introduzione di controlli di secondo livello al fine di prevenire ulteriori episodi e tutelare i clienti.




