Il dolore della mamma di Paolo: «le parole possono essere pugni»
Non si spegne il dolore di mamma Simonetta, la madre di Paolo Mendico, il ragazzo di 14 anni che si è tolto la vita nella sua cameretta a Santi Cosma e Damiano, nella provincia di Latina, perché vittima di bullismo. E anche la comunità locale dopo giorni che il caso ha tenuto banco sulle cronache per lo sconcerto e l’amarezza che ha destato, si stringe attorno alla famiglia promuovendo una fiaccolata per sabato sera.
Il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, parallelamente all’inchiesta della procura dei minori di Roma, vuole andare a fondo in quella scolastica «perché – dice – il bullismo deve essere stroncato sempre e comunque».
Le parole di mamma Simonetta
«Le parole possono essere carezze, oppure pugni. Paolo ne ha ricevuti troppi». Scrive mamma Simonetta in un post su Facebook a corredo di un video dello stesso Paolo pubblicato dopo giorni di silenzio. «Guardo questo video e mi si spezza il cuore, Paolo che spegne le candeline, Paolo che sorride, Paolo che chissà cosa desiderava mentre chiudeva gli occhi». Un video che è «un ricordo tenero e straziante. Ma è anche un invito. Impariamo ad ascoltare. A capire. A fermarci. A proteggerli».
«Il bullismo è l’espressione più bieca del prepotente che se la prende sempre con il più debole – afferma Valditara che è tornato sulla vicenda -. Noi dobbiamo difendere le persone fragili, miti, la scuola è anche per questo una scuola costituzionale. Io continuo a informarmi costantemente – aggiunge -. Gli ispettori stanno facendo il loro lavoro e sicuramente arriveranno a delle conclusioni nel rispetto delle indagini della procura, ma vogliamo la verità».
Alla fiaccolata interverrà l’arcivescovo di Gaeta, mons. Luigi Vari. Una presenza istituzionale in un’iniziativa nata dal basso per dimostrare vicinanza alla famiglia ma soprattutto che il territorio non è indifferente: mamma Simonetta aveva lamentato che al funerale del figlio non c’era «nessuno». Dall’area antistante la caserma dei carabinieri, un corteo sfilerà lungo le strade del paese fino a raggiungere il santuario di Santi Cosma e Damiano.
Le indagini e i nuovi elementi emersi
Intanto, gli investigatori hanno individuato «alcuni elementi di interesse» nella chat di 4-5 tra i ragazzini che conoscevano Paolo e ora saranno convocati dalla procura dei minorenni di Roma. Un passo in avanti quindi negli accertamenti rispetto all’ipotesi di reato di istigazione al suicidio. Anche la procura di Cassino prosegue le indagini: è fissato il calendario per le audizioni dei professori e della dirigente scolastica dell’istituto frequentato dal giovane che si è tolto la vita. Un dettaglio della vicenda emerge poi da un’inchiesta di Skuola.net: Paolo sarebbe stato rimandato mentre «i bulli» sarebbero stati promossi. Chissà se non sia stata questa una delle motivazioni alla base del gesto.