Consiglio dei ministri, arriva l’antitodo al caro-bollette: 3 miliardi per famiglie e imprese

Magistrati verso lo sciopero: chi non partecipa può firmare l’adesione

Non sarà certo una primavera serena quella che attende l’Italia, a cominciare dalle questioni della Giustizia. E la condanna a 8 mesi, inflitta dal giudice Rugarli – a detta del quotidiano, «Il Tempo» amico dei «no global Forum» – al sottosegretario alla Giustizia Delmastro per il caso Cospito – nonostante la stessa Procura che lo aveva rinviato a giudizio, ne avesse chiesto l’assoluzione – ne è la dimostrazione più tangibile.

Una sentenza dal chiaro sapore politico, che conferma come – in attesa dello sciopero di venerdì 27 dei magistrati, con «schedatura», per evitare il flop, dei «renitenti alla leva Anm» che potrebbero aderire per iscritto e senza partecipare, restare al lavoro ed evitare anche la trattenuta prevista in caso di sciopero – i rapporti fra governo e toghe rosse, si fanno sempre più tesi e scottanti. Tant’è che anche il Csm ha deciso finalmente di farsi sentire e prendere una posizione chiara, bocciando le nomine effettuate dal procuratore di Roma Lo Voi, ritenute immotivate, squilibrate a sinistra e frettolosamente assunte, per iscrivere nel registro degli indagati Meloni, Nordio, Piantedosi e Mantovani, prima di partire per le vacanze alle Mauritius.

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Tra fake news e impunità

Ma ancora di più, lo dimostra il fatto che nonostante Ranucci, responsabile di «Report» abbia ammesso personalmente di aver raccontato fandonie su La Russa, mostrando anche documenti costruiti appositamente per accusarlo, querelato dal presidente del Senato, l’abbia fatta franca e la querela sia stata archiviata. Ricordate la nota dell’11 novembre scorso, quando scrissi dell’istituzione di una sorta di «immunità antifascista» per Ranucci, giornalisti e scrittori mainstream, purché si prestassero al gioco dell’opposizione? Eccone la conferma.

E del «patentino antifascista» che la maggioranza di centrosinistra del comune di Lodi pretende da chiunque voglia organizzare eventi in sede pubblica, pagando peraltro l’affitto. Ne vogliamo parlare? Sì, ma per chiederci se non sia già, questa richiesta, una dimostrazione di fascismo.

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E che dire di (in)sicurezza, economia, immigrazione, potere d’acquisto dell’euro, occupazione che certo è cresciuta, ma a dispetto del Pil che a un certo punto ha frenato la corsa, in conseguenza delle difficoltà contro cui sono andate a sbattere le economie francese e tedesca.

Bollette e aiuti di Stato

Sicché, tra crescita del costo delle materie prime e aumenti delle bollette energetiche per imprese e famiglie – si fa fatica a ritenere «aiuto di Stato» (nell’accezione europea) un eventuale decreto governativo, che tagliasse parzialmente gli oneri di sistema, per renderli meno impattanti sulle buste paga. Piuttosto, potrebbe essere, e giustamente, considerato un «bonus familimprese». Certo, occorreranno almeno 3 o 4 miliardi, per ampliare l’area dei destinatari.

Il che, diciamolo con franchezza, rischia di rendere ancora più complicata la stesura del provvedimento – che il governo e il ministro Giorgetti si sono comunque impegnati ad approvare in questa settimana – per evitare che il peso delle bollette possa diventare tanto gravoso da, oltre che svuotare, addirittura «sfondare» le tasche degli italiani e, non solo in misura congiunturale, bensì strutturale.

Ma gli interventi di tipo strutturale necessitano di tempi medio-lunghi e, quindi, i cittadini nel frattempo dovrebbero trovare le risorse per fronteggiare la crescita delle bollette al momento. E non sarebbe facile. Sicché, bisogna puntare su altro. Senza, però, dimenticare per il futuro, l’esigenza d’intervenire anche in maniera strutturale. E, per fortuna, stavolta, grazie ai risultati ottenuti nella lotta all’evasione fiscale, qualcosa su cui poter contare ci sarebbe. Anzi, c’è!

La lotta all’evasione fiscale

A cominciare dalle oltre 6mila partite Iva «apri e chiudi» (aperte per avviare un’attività ma poi chiuse prima di essere tracciate dal Fisco e dover quindi pagare le tasse, producendo, però, di contro falsi crediti Iva per le stesse), bloccate per effetto della manovra 2023. Un blocco che consente allo Stato di risparmiare il pagamento di oltre 3miliardi di crediti fasulli, che si potrebbero finalizzare all’alleggerimento delle bollette per imprese e cittadini.

Né va dimenticato l’ennesimo record di recupero dell’evasione fiscale nel 2024 da parte dell’Agenzia delle Entrate di 26,3 miliardi, cui vanno aggiunti i 7,1 di recuperi non erariali effettuati dall’Agenzia dell’Entrate-Riscossione, per conto di altri enti, che porta il totale complessivo dei recuperi fiscali 2024 a ben 33,4 miliardi. Che, sommati ai 3 di falsi crediti risparmiati grazie al congelamento delle seimila partite Iva di cui prima, mettono a disposizione delle casse pubbliche 36,4 miliardi di euro. Manna caduta dal cielo. Indubbiamente, non risolvono i nostri problemi, ma ci fanno tirare un respiro di sollievo.

Sempre che, naturalmente, si riuscirà a sciogliere con Bruxelles il nodo «aiuto di Stato, sì, aiuto di Stato, no». Inutile dire che l’opposizione del campo(santo), sperando nel fallimento del centrodestra, preferirebbe la prima opzione che impedirebbe al governo di intervenire per evitare possibili multe, scaricandone, poi, come sempre la responsabilità sul governo.

Setaro

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