Ue approva la riforma della Pac: meno burocrazia e controlli a carico degli agricoltori

Un voto quasi unanime, soltanto la Germania si è astenuta

Meno burocrazia e meno controlli a carico degli agricoltori, deroghe agli obblighi ‘verdi’ per accedere ai fondi Ue e procedure riviste per la modifica dei piani strategici nazionali. Dopo il via libera in plenaria a fine aprile, anche i Paesi membri Ue hanno approvato la riforma mirata della Politica agricola comune (Pac), proposta dalla Commissione europea a metà marzo per rispondere alle proteste dei trattori che nei mesi scorsi hanno scosso l’Europa.

Un voto quasi unanime – soltanto la Germania si è astenuta – accolto con grande favore dall’Italia. Si tratta di una «vittoria del governo Meloni» e «un’inversione di tendenza» da parte di Bruxelles», ha rivendicato il ministro Francesco Lollobrigida. Ed apprezzamento è stato espresso anche da Confagricoltura. L’iter d’urgenza ha permesso di approvare le misure di semplificazione in appena due mesi e una volta che il regolamento entrerà in vigore, entro fine maggio, gli agricoltori europei potranno applicare retroattivamente le nuove norme relative ai requisiti ambientali per il 2024. Continuando ad applicarle fino a fine 2027.

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Nello specifico, la revisione mirata prevede maggiori flessibilità su alcuni obblighi sulle colture e il maggese – le cosiddette condizionalità ambientali – per accedere ai fondi della Pac, oltre che un’esenzione dai controlli per le piccole aziende agricole inferiori a 10 ettari. Una misura che – secondo le stime di Bruxelles – riguarderà il 65% dei beneficiari della Pac.

Le condizioni meteorologiche estreme

Accordata inoltre la possibilità di non rispettare i vincoli «in caso di problemi» legati a «condizioni meteorologiche estreme», come inondazioni e siccità. Tutti elementi su cui l’Italia nei mesi scorsi è stata in prima linea, chiedendo una riapertura degli atti di base della Pac, già riformata a fatica nel 2021 ed entrata in vigore soltanto a gennaio 2023.

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Il lavoro della Commissione europea per andare incontro alle proteste degli agricoltori – che non si placano in alcuni paesi dell’Est, come la Polonia – intanto prosegue. Il commissario responsabile, il polacco Janusz Wojciechowski, ha annunciato «entro fine mandato» una proposta legislativa per modificare la direttiva sulle pratiche commerciali sleali, assicurando agli agricoltori «un giusto margine» sui prezzi di vendita dei prodotti scongiurando perdite rispetto ai loro costi di produzione. Alla riunione del collegio della Commissione europea del 22 maggio è poi atteso Peter Strohschneider, presidente del Dialogo strategico sul futuro dell’agricoltura lanciato da Ursula von der Leyen per avviare il cantiere della futura Pac post-2027. Entro l’estate, dopo le Europee, arriverà il report con i risultati del confronto con il mondo agricolo.

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