Bimbo ucciso dai cani, Eboli sotto chock: mai segni di aggressività

Gli animali portati in un canile

Un bimbo di 13 mesi azzannato e ucciso da due pitbull nel cortile di una abitazione, mentre la mamma del piccolo e lo zio provano inutilmente ad allontanare gli animali. E’ la tragedia avvenuta ieri mattina a Eboli (Salerno), in una villetta isolata e immersa nel verde della frazione Campolongo. Un episodio che «lascia sconvolta l’intera comunità», dice il sindaco di Eboli Mario Conte, tra i primi a giungere sul posto.

La dinamica, ricostruita attraverso le dichiarazioni dei testimoni, è quella di una aggressione improvvisa, verificatasi mentre il bimbo è in braccio ai familiari nel cortile, lo zio e la madre. Uno dei due cani scatta contro il piccolo, e a questo punto anche l’altro pitbull si scatena. La mamma interviene e rimane ferita, lo zio nella concitazione cade e si fa male a un ginocchio. L’attacco dura poco, le lesioni riportate dal bambino appaiono subito gravi: viene chiamata una ambulanza, il cui equipaggio però può solo constatare il decesso della vittima.

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La madre invece viene medicata sul posto, per lei non si rende necessario il ricovero in ospedale. Gli stessi componenti della famiglia non sanno spiegarsi in alcun modo l’aggressione. I pitbull, portati via dal servizio veterinario della Asl di Salerno e chiusi in un canile di Caserta, non avrebbero mai manifestato segni di aggressività.

Il racconto della zia

Una zia della piccola vittima azzarda un’ipotesi: «Mia sorella è sconvolta, mi ha raccontato che i cani hanno attaccato fulmineamente. C’erano anche i miei due fratelli in casa. I cani non conoscevano il piccolo perché venivano chiusi in una stanza quando c’era lui. Forse sono scappati dalla stanza quando lo hanno visto e, non conoscendolo, lo hanno attaccato». I cani appartengono a una donna, amica della famiglia della vittima, che abita nella stessa villetta a due piani dove si è verificata la tragedia. «Noi conoscevamo i cani che non hanno mai avuto reazioni strane incontrandoci», racconta ancora la zia. «Mia sorella è venuta qui solo ieri con il bimbo, hanno dormito qui. E stamattina è successo l’impensabile».

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Il sindaco: «Una tragedia che deve essere da monito»

Conferma il sindaco: «Tutto è avvenuto improvvisamente, in pochi istanti e nessuno si spiega come sia potuto accadere visto che questi cani sono lì da sempre. È una tragedia che deve essere da monito per chi possiede questi cani che sono purtroppo particolari, con esigenze particolari. Chi ha questi cani deve stare molto attento».

Il primo cittadino di Eboli aggiunge: «Noi conosciamo già la famiglia, assistita per alcuni aspetti privati dai nostri servizi sociali. Per questo motivo ho immediatamente contattato gli assistenti sociali che se ne occupano, in modo da seguire la mamma del bimbo e i familiari in questo momento di dolore. La donna, originaria del posto, ha un compagno originario del Marocco e due figli da una precedente relazione. I cani, da quanto ho appreso, erano sempre liberi di circolare nello spazio antistante la villetta».

Una richiesta al legislatore di «regolamentare la detenzione di determinati tipi di cani che troppo spesso vengono scelti anche da persone non in grado di gestirli correttamente» arriva dall’Oipa, l’Organizzazione internazionale protezione degli animali. L’Aidaa, Associazione italiana per la difesa degli animali e dell’ambiente, chiede di accertare la dinamica dei fatti «prima di gettare la croce addosso ai due cani». Per l’esperto in educazione cinofila Pierluigi Raffo «il cane, in tutte queste storie, non ha mai colpa. La responsabilità è di chi gestisce cani di particolari razze, che dovrebbe seguire un percorso formativo specifico e conseguire un patentino. Ma purtroppo quasi nessuno lo fa, e nessuno controlla».

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