Israele, Tirelli (Cpi): evitare saldatura tra Russia e causa palestinese

Il presidente delle Camere penali internazionali: «Proteggere comunità ebraica, Italia dia un segnale di vicinanza a Tel Aviv»

«L’attacco infame e vigliacco di Hamas a Israele non è un atto di terrorismo, ma una dichiarazione di guerra dagli effetti inimmaginabili che potrebbe allargare lo scontro a tutta l’area mediorientale. Il che potrebbe voler dire, col conflitto in atto tra Russia e Ucraina, l’inizio della terza guerra mondiale».

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A dirlo è l’avvocato Alexandro Maria Tirelli, presidente delle Camere penali del diritto europeo e internazionale e direttore dell’Osservatorio di politica estera di Cpi.

«La reazione di Tel Aviv è stata immediata e determinata e continuerà ancora a lungo – ha aggiunto Tirelli – ma questo non esclude, anzi rafforza il rischio che la comunità arabo-islamica internazionale possa scendere in campo a sostegno di Hamas e delle frange più estremiste della politica palestinese. Creando una inedita saldatura, soprattutto se fossero confermate le voci di un sostegno dell’Iran alla causa di Gaza, tra sunniti e sciiti. Una miscela esplosiva che porterebbe all’accerchiamento di Israele e a scenari bellici assolutamente sconvolgenti perché, a quel punto, tutto l’Occidente sarebbe chiamato a offrire soccorso a Tel Aviv».

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«Nella complessità di questo contesto è fondamentale che la comunità internazionale riesca a intervenire in maniera efficace per impedire l’allargamento del conflitto israeliano e soprattutto per scongiurare che la Russia, in funzione anti Kiev, decida – ha sottolineato il presidente di Cpi – di sposare per pura convenienza politica il terrorismo palestinese allargando così la sua area di influenza in una regione di straordinaria rilevanza geopolitica e proiettando la sua ombra anche sul Nord Africa. Eventualità, questa, che risulterebbe disastrosa soprattutto per l’Italia già alle prese con l’instabilità del Sahel e con i flussi migratori che ancora proseguono ininterrotti».

Grande attenzione a Putin

«Bisognerà valutare con grande attenzione quel che Putin dirà, se lo dirà, nelle prossime ore per capire l’orientamento del Cremlino in questa fase di destabilizzazione dell’area cerniera tra Est e Ovest del pianeta – ha proseguito l’avvocato Tirelli –. Se il leader russo non condannerà fermamente l’attacco proditorio di Hamas, sposandone anzi le ragioni, il nostro futuro sarà buio e incerto».

«Quel che è sicuro, invece, è che la comunità ebraica in Italia e in Occidente dev’essere protetta come mai prima d’ora. Il pericolo di atti emulativi da parte di lupi solitari o addirittura l’organizzazione di un movimento politico arabo-islamico in funzione anti Israele potrebbero mettere a repentaglio la sicurezza in Europa e nel resto del mondo oltre a incendiare ulteriormente il clima».

Segnale di vicinanza al popolo israeliano

«E anche l’Italia, ancorché inserita nel più ampio contesto politico-militare dell’Alleanza atlantica, dovrebbe dare un segnale di vicinanza al popolo israeliano, l’unica democrazia esistente in Medioriente, con misure emergenziali come l’interruzione dei rapporti consolari e diplomatici con la Palestina e l’espulsione immediata di un significativo numero di immigrati irregolari con consequenziale blindatura dell’isola di Lampedusa».

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«È davvero puerile, infatti, la posizione di quella parte di opinione pubblica, per lo più collocata a sinistra, che evoca la colomba della pace mentre ci sono ancora i cadaveri di ebrei innocenti abbandonati in strada, senza sepoltura, e centinaia di ostaggi, tra cui donne e bambini, sono nelle mani di pazzi terroristi fondamentalisti. Contro Hamas non si può negoziare o porgere l’altra guancia: serve una risposta dura e implacabile sul piano militare in Israele, e sul piano della repressione dell’islamismo integralista in Europa».

«Attaccare Israele, mentre il mondo intero è impegnato a fornire assistenza a Kiev nella lunga e sanguinosa battaglia contro Mosca, significa sconquassare i già precari equilibri mondiali a un anno  esatto dalle prossime presidenziali americane. Oltre al costo umano che tale conflitto sta portando in Israele e nei Territori occupati, – ha concluso Tirelli – è fondamentale avere chiara la percezione che il mondo oggi non è in grado di sopportare due guerre, quella ucraina e quella israeliana, senza venirne travolto. La priorità assoluta è spegnere l’incendio in Medioriente prima che diventi un inferno».

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