La sinistra sbraita, ma il Paese continua ad avere fiducia nel governo Meloni

di Mimmo Della Corte

I piccoli risparmiatori hanno acquistato altri 17,2 miliardi di euro di Btp valore. Ma il caro mutuo per acquisto abitazioni al Sud pesa di più

Niente di nuovo sotto il sole. Come previsto già all’indomani del risultato elettorale, un’opposizione preistorica, priva di idee, senza numeri, che ha appena presentato a firma Pd una proposta di legge contro il fascismo. Un fantasma del quale – a furia di agitarlo contro il governo Meloni – sembra essersi perdutamente innamorato.

Tant’è che – pur sapendo che non esiste – continua ad evocarlo, nella speranza che contraccambi e l’aiuti a ritornare in sella. In questa ottica, poiché – nonostante continui ad affermare il contrario – nella realtà e sempre più divisa, cerca di portare la battaglia all’esterno del Parlamento, per tentare di alienare la fiducia dei cittadini verso il governo Meloni, cercando di delegittimarlo e, possibilmente, farlo cadere.

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Cosa più ardua di una scalata agli 8.849 metri dell’Everest: la montagna più alta del mondo. Visti i risultati che questo governo sta collezionando e che, anziché far calare la stima degli italiani nei suoi confronti cresce. Al di là degli annunci ad effetto degli organizzatori, anche l’appello della Cgil a scendere in piazza a Roma e manifestare contro il governo Meloni, ha si potuto godere delle benemerite presenze dei leader (?) di Pd, Schlein e del M5S Conte, nonostante i numeri al bancolotto comunicati dagli organizzatori e raccolti in maniera non univoca dai giornaloni amici (100mila per la Stampa e 200mila per Repubblica) non è riuscito a portare a casa alcun particolare riscontro nella partecipazione.

La crescita dei partiti del governo Meloni e il calo del centrosinistra

Di più, forse anche in conseguenza della mancanza d’idee delle opposizioni e del loro continuo richiamo al fascismo, alla luce dell’ultimo sondaggio Dire-Tecnè, sembra proprio che gli italiani non abbiano alcunché da rimproverare al governo Meloni. Tant’è che il destracentro, continua a crescere, come partiti: Fdi ha toccato 28,7, FI è al 10,2% e Lega è al 9% e la coalizione al 47,9%, mentre gli avversari arretranoa distanza siderale 12% dalla maggioranza e come partiti Pd 19,4%, mentre i 5S 16,5% continuano la discesa.

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Il Btp valore e lo spread

Insomma a dispetto dei menagramo, la luna di miele continua e i risultati si vedono, il nuovo Btp valore, il titolo pensato per i piccoli risparmiatori, piace agli italiani che ne hanno prenotati altri 17,2 miliardi (serviranno finanziare la manovra 2024), e che sommati ai 18 raccolti a giugno (utilizzati per coprire là quota di Pnrr all’epoca non ancora arrivata) mentre lo spread («Scusa Per Rovesciare Esecutivi Antipatici Destrorsi», così come lo ha definito ironicamente l’amico e collega Veneziani) vittima delle incertezze interne prodotte dagli attacchi ingiustificati delle opposizioni vuoto a perdere (non è un caso che per avere qualcosa da proporre il Pd di Elly abbia presentato una proposta di legge contro il fascismo) è risalito a quota 204 punti, anche se ancora lontano da quel 237 lasciatoci in eredità da Draghi.

I dati dell’economia

Ma a parte ciò la situazione generale appare tutt’altro che tragica: la disoccupazione al 7.3% – quota secondo la Nadef che doveva essere raggiunta nel 2024 – non è mai stata così bassa da 14 anni; e record anche per l’occupazione che grazie ai 523mila occupati del 2023 ha raggiunto la quota record del 61,5%; l’export italiano continua a crescere a ritmo abbastanza sostenuto e con il + 6,8 % si avvicina sempre di più a quei 660 miliardi previsti per il 2023 dalla Sace (Servizi Assicurativi e finanziari per le imprese).

Il caro mutui

Peccato, purtroppo, che il caro mutuo – conseguenza dei reiterati aumenti dei tassi di riferimento decisi dalla governatrice della Bce Lagarde, per combattere l’inflazione sicché, al momento, il tasso d’interesse riferimento oggi è arrivato a 4,50% – pesi sull’economia del Paese, ma in maniera particolare su quella del Mezzogiorno. Il Sud, infatti, è quello che ne subisce le maggiori conseguenze. Causa anche del fatto che, già normalmente, nell’Italia del tacco ricorrere al sistema creditizio per rifornirsi di denaro per imprese e cittadini, costa decisamente di più.

Tant’è si il tasso di interesse medio in Italia sulle nuove operazioni di mutuo per l’acquisto di abitazioni si attesta al 4,29%; nel Mezzogiorno si spinge al 5,96% e, stando allo studio realizzato dal sindacato bancario Fabi, con notevole differenze fra le otto regioni, raggiungendo il top (6,25%) nel Molise, seguito a pochissima distanza da Calabria 6,23%, Sicilia, 6,14%, Campania 6,02%, poi a distanza leggermente più lunga la Puglia 5,91, Basilicata 5,87%, Abruzzo 5,65% e infine la Sardegna 5,61%.

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