Governo, alla Camera primo via libera per il voto ai fuori sede

L’opposizione non vota: 159 favorevoli e 84 astenuti

Alla Camera è stato approvato il testo delega al governo per il voto ai fuori sede – 159 voti favorevoli e 84 astenuti – che ora passa al Senato. A non votare proprio quell’opposizione che per anni aveva portato avanti la battaglia per il diritto di voto fuori dal proprio Comune di residenza, anche in vista delle europee del 2024.

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Tutto è cominciato, dopo anni di lotte, con un progetto di legge del Comitato ‘Voto dove vivo’, prima firma della deputata Pd Marianna Madia, arrivato in commissione Affari Costituzionali della Camera e poi cestinato con un emendamento sostitutivo del relatore di maggioranza Igor Iezzi (Lega), che l’ha trasformato in una delega in bianco al governo. L’obiettivo originario del Comitato era quello di permettere ai fuori sede di votare alle Europee del 2024, cosa che ora potrebbe non essere possibile. Il governo ha delega a varare la legge entro 18 mesi, perciò entro inizio 2025.

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Garantire il voto ai fuori sede poteva essere un modo per recuperare in vista delle europee 5 milioni di elettori, in un Paese in cui l’astensionismo è ancora alto. Quella dell’affluenza italiana al voto per Bruxelles è stata una percentuale in forte discesa tra 1979 e 2019: dall’85,6% del ‘79 al 54,5% di quarant’anni dopo. Ma per la sottosegretaria all’Interno Wanda Ferro il timore che la legge non arrivi entro le europee è infondato. «Non significa che ci vorranno 18 mesi – ce ne vorranno 3, ce ne vorranno 6, ma almeno così non ci sarà la prestazione d’ansia, la fretta», ha spiegato.

Il dibattito politico

La questione non poteva che essere tema di dibattito politico. Con la maggioranza che difende la legge delega, innalzando il voto fuori sede a «principio di civiltà», come afferma il deputato di Fratelli d’Italia Guerino Testa, mentre l’azzurro Paolo Emilio Russo commenta che si sta «restituendo un diritto» agli elettori. Intanto, l’opposizione parla di una maggioranza che «ha stravolto la proposta di legge del Pd», scrive il deputato dem Virginio Merola, mentre per la vicepresidente M5s Vittoria Baldino è «sconfortante» come il governo «impantana tutto e rimanda a data da destinarsi, con una delega in bianco, a sé stesso»

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